sport

Il ct campione del mondo 2006, tutta la carriera da calciatore in blucerchiato, guarda al difficile momento del mondo del pallone
2 minuti e 1 secondo di lettura
Marcello Lippi, ct campione del mondo 2006 dopo una carriera da calciatore tutta con la maglia della Sampdoria, spera che il calcio riprenda: "Stiamo tutti perdendo un po’ la pazienza  - dice a SportMediaset - perché due mesi in casa non sono semplici. Però c’è la soddisfazione per la situazione che sta migliorando e questa è la cosa più importante. Speriamo che finisca presto e che a inizio maggio si riesca, non dico a tornare alla normalità, ma a migliorare un pochino”.


Giusto riprendere il campionato? “Non sono mai stato favorevole a tutti quei discorsi che ho sentito in questi giorni, di fare playoff, di premiare la squadra che è prima in questo momento. Bisogna cercare di fare tutto il possibile per finire il campionato, ovviamente se dal punto di vista scientifico c’è il permesso per farlo. Bisogna fare dei sacrifici, come quello di giocare a porte chiuse, di giocare in agosto o in periodi nel quale abitualmente non si gioca. Nel caso in cui non ci fosse il permesso della scienza non mi dispiacerebbe riprendere questo campionato a settembre e poi fare due stagioni nell’anno solare: sarebbe un’incognita ma sarebbe uguale per tutti”.

La favorita per lo scudetto? “La Juventus lo è sempre stata anche se la Lazio quest’anno sta facendo cose eccezionali, ha giocato molto bene e mi piace tantissimo. Ma un pizzico di probabilità in più, tutti l’abbiamo sempre data alla Juventus”.

L'ex ct guarda al suo successore Mancini e all'emergente Cannavaro. “Fabio è un ragazzo di grande saggezza e carisma. Penso che sia pronto per allenare in Italia. Roberto ha fatto un lavoro splendido in Nazionale, ha mandato dei messaggi fantastici alle società, ad esempio convocando dei giovani ancora prima che esordissero nei club, come per spronarli a farli giocare. Poi l’Italia gioca sempre da grande squadra contro qualsiasi avversario: sono molto fiducioso”.

Il futuro? “Non voglio più allenare un club e può darsi che non alleni più neanche una nazionale. Però se per caso in inverno sono fermo e la prospettiva di stare a casa un anno non dovesse piacermi e mi dovesse capitare una nazionale, magari più vicina della Cina, potrei prendere in considerazione l’occasione. Ma non è sicuro”.