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Quattro giorni in zona arancione, deroghe per 2 commensali e piccoli comuni
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Arriva il decreto di Natale e il caos è garantito. L'Italia sarà rossa per tutti i festivi e prefestivi fino alla Befana, con i negozi, i bar e i ristoranti chiusi e il divieto di uscire da casa propria se non per motivi di lavoro e salute. Dopo giorni di discussioni, il governo vara la nuova stretta per evitare che i pranzi e le cene delle feste facciano da detonatore per una terza ondata a gennaio e febbraio. Il Governo quindi ha deciso per la linea dura in virtù delle indicazioni arrivate dall'Istituto superiore di sanità che ha spiegato che l'incidenza è ancora troppo elevata e che la situazione "non permette un allentamento delle misure adottate nelle ultime settimane e richiede addirittura un rafforzamento delle stesse in alcune aree del paese".

Le misure sono contenute in un decreto legge di 3 soli articoli che il Consiglio dei Ministri ha approvato dopo un lungo confronto all'interno del Governo e con le Regioni. Una discussione che con l'avvicinarsi delle vacanze si è fatta sempre più tesa: all'insofferenza dell'opposizione che chiedeva all'esecutivo scelte chiare e rapide per dare agli italiani certezze il prima possibile, si è aggiunta quella della maggioranza, come ha fatto chiaramente capire il leader del Pd Nicola Zingaretti quando ha annunciato che, nel caso in cui il premier non avesse scelto la linea dura, il Lazio sarebbe andato per conto suo.

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L'Italia entra in zona rossa nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 24 dicembre e il 6 gennaio. Dieci giorni su quattordici di misure strette (24, 25, 26, 27, 31 dicembre e ancora 1, 2, 3, 5, 6 gennaio) con il lockdown nazionale. Gli altri giorni (28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio) chiusure parziali con l'Italia in zona arancione. In questi ultimi quattro giorni feriali (giornate di zona arancione) resteranno chiusi bar e ristoranti, mentre "le chiese e i luoghi di culto saranno aperti fino alle 22, i negozi saranno aperti fino alle 21", come annunciato Conte in conferenza stampa. Vietata la circolazione fuori dal proprio Comune a meno che non si tratti di centri al di sotto dei 5mila abitanti, in questo caso ci si potrà spostare per un raggio massimo di 30 chilometri. Il coprifuoco per tutti e per tutti giorni resta alle ore 22. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute.

Dal 24 dicembre al 6 gennaio ci si potrà muovere da casa solo per motivi di salute, lavoro e necessità. C'è però la deroga legata agli invitati e gli under 14 per quanto riguarda gli spostamenti. Confermata inoltre la possibilità di andare ad assistere una persona non autosufficiente. Capitolo deroghe, spostamenti consentiti per non più di due persone escluso gli under 14 (che si aggiungono, illimitatamente, ai due adulti). Quindi ad esempio il giorno di Natale una famiglia composta da quattro persone adulte (padre, madre e due figli maggiorenni) non potranno andare dai nonni, ma il contrario sarà consentito. Per chi viola i divieti del nuovo decreto per le vacanze di Natale sono previste sanzioni da 400 a 1.000 euro. In campo maxi controlli per le strade per verificare il rispetto delle misure.

L'unica cosa che il premier Giuseppe Conte,
che era con Italia Viva per un intervento molto più morbido, è riuscito a spuntare è la deroga per due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma potranno farlo "una sola volta al giorno" e "verso una sola abitazione", ovviamente nella stressa regione. Nel provvedimento c'è anche la deroga per i piccoli comuni: ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma a una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Con l'eccezione della Campania, se Vincenzo De Luca manterrà quanto promesso annunciando un'ordinanza per vietare comunque ogni spostamento.

Nel corso della riunione con il governo, la maggior parte dei presidenti di Regione non ha contestato le misure. Alcuni hanno criticato la poca chiarezza, ma la maggioranza era a favore della stretta. Luca Zaia le aveva anticipate con un'ordinanza, vietando la mobilità tra i comuni del Veneto a partire dalle 14, mentre il presidente dell'Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini aveva annunciato qual era la linea dei governatori: zona rossa "alternata", quella che poi è passata. L'unico che ha espresso la sua contrarietà in modo netto è stato Giovanni Toti. "Il governo deve tener conto di tutti i numeri della pandemia. Le chiusure natalizie potrebbero costare in Liguria 200 milioni". Ma anche lui, alla fine, si è adeguato al Natale in rosso. Senza cenoni e senza festa.

"Il Governo ha deciso di sospendere dal 23 al 6 dicembre il meccanismo di 'zonizzazione' del Paese in base al rischio epidemico. E' una scelta che non condivido, sarebbe stato più opportuno seguire la regola del criterio di rischio", ha ribadito il governatore Toti. "Avrebbe consentito alla Liguria uno spicchio di mobilità in più, l'apertura delle attività e delle filiere, come quella agroalimentare. Avremo consumi che mancheranno all'appello. La Liguria applicherà nel modo più rigoroso possibile le nuove regole, ma resta profondo il convincimento che il criterio di rischio avrebbe aiutato l'economia nazionale", ha chiosato Toti.

Alla fine ha prevalso la linea dei rigoristi, quella rappresentata fin dall'inizio dell'emergenza dai ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini e Francesco Boccia. Dalla vigilia di Natale l'Italia sarà dunque in zona rossa. E ci resterà fino al 27 e poi nuovamente dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio. Dieci giorni in tutto. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio il paese sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all'interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio. E d'altronde il monitoraggio settimanale dell'Istituto superiore di sanità non lasciava spazi di manovra.

Prima di chiudere tutto l'Italia sarà però tutta gialla, almeno per un giorno con la scadenza (19 dicembre) delle ultime ordinanze che tenevano Campania, Toscana, Valle d'Aosta e provincia di Bolzano in zona arancione. Da domenica anche in quei territori varranno le regole attualmente in vigore nel resto del paese. Poi fino alla vigilia di Natale saranno valide le misure per le zone gialle, a eslusione della possibilità di spostarsi tra le regioni che sarà sospesa come previsto dal Dpcm del 3 dicembre.