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Il bilancio delle prime tre partite della squadra di D'Aversa è positivo
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Una sconfitta, alla prima giornata con il Milan, poi due pareggi, a Reggio Emilia con il Sassuolo e a Marassi con l’Inter, il primo strappato con il cuore, il secondo anche attraverso il gioco. Manca ancora la prima vittoria in campionato – l’obiettivo è centrarla domenica prossima ad Empoli – ma il bilancio delle prime tre partite della Sampdoria è sicuramente positivo.



D’Aversa, rispetto alla gestione Ranieri, ha spostato il baricentro della squadra in avanti e questo sta esponendo la difesa a qualche rischio di troppo ma nel contempo alimenta il gioco offensivo. Al quale, però, mancano i gol degli attaccanti, tutti a secco, a cominciare da Damsgaard.



La sensazione è che il giovane danese, rispetto al ruolo da seconda punta ricoperto in Nazionale, nella Samp sia un po’ spaesato come esterno o centrocampista aggiunto. Da perfezionare anche l’intesa Quagliarella-Caputo, ma con il tempo arriverà. In compenso l’avvio di stagione ha proposto Yoshida leader della retroguardia, Adrien Silva in crescita e Candreva in grande spolvero.



E’ una Sampdoria ancora in costruzione, ma in grado di offrire già garanzie di rendimento: giocare alla pari con l’Inter – nonostante Orsato - è stato un grande risultato.



L’arbitro, su tre episodi controversi, ha sempre optato in favore della squadra che non dirigeva da tre anni, poiché ne era stato ricusato: la spinta di Chalanoglu a Damsgaard sul primo gol dell’Inter, la presunta manata in faccia di Colley a Lautaro sulla punizione trasformata da Dimarco, il contatto finale in area tra Dumfries e Candreva. Mai una scelta in direzione della Samp, al di là del tocco di mano di Silva sul rilancio di Skriniar, ma qui il pallone arriva di rimbalzo e la decisione è scontata.



Resta il fatto che, giocando così, la Sampdoria non avrà problemi comunque a conquistare il prima possibile i quaranta punti.