cronaca

"Mia moglie è un eroe, solo grazie a lei mio figlio è sopravvissuto"
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 "Mia moglie è un eroe, solo grazie a lei nostro figlio è vivo. A causa delle scuole aperte quel giorno abbiamo perso cinque delle sei vittime." Sono le parole di Bernardo Sanfilippo, marito di Angela, una delle persone decedute durante l'alluvione del 2011. 


Una storia di coraggio quella di Angela: "Quando è esondato io ero a lavoro, mi ha chiamato mio figlio grande per dirmi che la mamma stava andando a prendere mio figlio piccolo all'asilo. Poi la notizia: il piccolo ha detto che la mamma non ce l'aveva fatta. Allora sono corso qui in via Fereggiano e ho iniziato a cercarli, prima ho trovato la bambina, Janissa, e la mamma, le forze dell'ordine hanno poi trovato mia moglie. Il dolore è nostro, la sera chiudiamo la porta e ce lo teniamo per noi quindi purtroppo non importa la vicinanza della città."


"Le allerte sono sempre difficili: secondo me se una cosa non ti tocca non ti interessa così tanto, infatti molto spesso danno l'allerta e poi, magari, c'è il sole e allora la gente si lamenta che non era necessaria. Nel 2011, il giorno prima dell'alluvione il Sindaco era stato invitato a chiudere le scuole ma non l'ha fatto. Ora si sta più attenti. Angela era una mamma premurosa, un'infermiera professionale che si sacrificava per gli anziani ed è quella che ha tracciato il solco della nostra vita e della nostra famiglia, faceva tutto lei, è stata lei a farmi diventare un uomo. Ora riposa nella tomba di famiglia accanto al suo papà, mancato il mese prima e la mamma morta un anno dopo, mancato per il dispiacere.


Un ricordo della donna, mamma e figlia morta il 4 novembre: "Mia moglie è un eroe. Mio figlio, quel giorno, si è aggrappato alla ringhiera e teneva la sua mamma per mano e mia moglie gridava "lasciami lasciami" ma lui non voleva. Poi lo ha fatto, ed è per questo che nostro figlio è vivo, un vero eroe. La forza per andare avanti la trovo grazie alla mia famiglia, ma devo anche ringraziare i miei colleghi che mi hanno regalato Nutella, il mio Labrador.


Il processo si è concluso, un iter lungo che alla fine è arrivato a una sentenza definitiva con le condanne, ma il ricordo del Sindaco di allora è ancora vivido nella mente di Bernardo: "Non gli hanno dato le pene che si meritavano, gli errori ci sono stati, il prezzo più alto, però, lo abbiamo pagato noi. Una lancia sul sindaco la spezzerei, alla fine il sindaco è venuto a casa mia dopo qualche giorno, si è messa a disposizione per la mia famiglia, non ha chiesto scusa ma è venuta. Anche loro stanno vivendo il loro dolore però ripeto, il pezzo più alto lo abbiamo pagato noi. Ringrazio la città in cui sono arrivato 30 anni fa, è questa la mia città anche se tutti gli anni per la festa dei morti io torno giù, in Sicilia. "