cronaca

Il nostro viaggio in autostrada passando da Ovada
1 minuto e 45 secondi di lettura
Le autostrade liguri sono ridotte ai minimi termini, tra allagamenti nonostante il sole, corsie ristrette senza operai al lavoro, calcinacci dei viadotti che si staccano, volte di galleria cadenti. E così, in questa situazione ai limiti della crisi di nervi, tra timori, rabbia, preoccupazione, abbiamo intrapreso un viaggio sulla A26, direzione Genova, come qualsiasi abitante della Valle Stura.

Siamo partiti dal casello di Masone alle 11, abbiamo imboccato la strada per Ovada, perché quella diretta verso il capoluogo ligure è chiusa a causa della presenza del bypass che impedisce l’ingresso in autostrada. Per raggiungere Ovada abbiamo impiegato circa un quarto d’ora, una volta raggiunta l’uscita siamo rientrati, questa volta sì, finalmente, in direzione Genova. I primi chilometri sono passati indenni, quasi stavamo tirando un sospiro di sollievo quando, a 5 km da Masone, si è presentata davanti a noi lei, la temuta coda.

Auto e camion incolonnati, prima su tre corsie, poi su due, e infine su una, tempo di percorrenza, per fare sette/otto chilometri, un’ora e mezza. Come dire, fumo negli occhi per chi dice che il tempo è denaro. Una volta superato il bypass, creato dopo la caduta della volta della galleria Bertè, che solo per un caso fortuito non ha provocato vittime, il traffico è tornato a scorrere. Insomma, solo dopo due ore di viaggio e di attesa, siamo planati sotto la Lanterna. Orario d’arrivo: 13.

Sgomento, desolazione e rabbia, sono questi i sentimenti che gli abitanti di Masone, Campo Ligure, Rossiglione stanno provando, trainati dalla consapevolezza che così non può andare avanti, soprattutto quando, a partire da martedì prossimo, la vita lavorativa ripartirà a pieno regime. “Noi non possiamo prendere un appuntamento a Genova perché impossibilitati a dare un orario, consapevoli che ci possa volere mezz’ora, come un’ora, come due ore”, arriva così, direttamente dai microfoni di Primocanale, il grido d’allarme del sindaco di Masone Enrico Piccardo. Trovare soluzioni, e anche celeri, è questo il monito che riecheggia in Valle Stura.