cronaca

Al termine dell'indagine erano finiti indagati 195 dipendenti su 271, oltre il 70%
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 Sono state quindici le condanne su un totale di sedici imputati, nel processo di primo grado per truffa ai danni dello Stato e violazione della Legge Brunetta sul pubblico impiego. Sedici avevano chiesto e ottenuto il patteggiamento mentre i restanti avevano deciso di andare avanti con rito ordinario, arrivando oggi a delle pene che vanno dagli 8 mesi a 3 anni e 7 mesi.


La vicenda dei "furbetti del cartellino" (LEGGI QUI): il 22 ottobre 2015 con il blitz della guarda di finanza a palazzo Bellevue, sede del Comune di Sanremo si conclude l'operazione 'Stakanov' mirata a individuare dipendenti assenteisti. Al termine dell'indagine sono finiti indagati 195 dipendenti su 271, oltre il 70% della forza lavoro. Tra questi quello che divenne suo malgrado l'icona dell'indagine: il vigile urbano che, in ciabatte e mutande, timbrava il cartellino. Lo stesso che, licenziato nel 2016, oggi in rito abbreviato, è stato assolto. 35 dipendenti vennero messi agli arresti domiciliari, 200 i segnalati. Le prove messe insieme dalle Fiamme gialle sono state in parte documentali e in parte videoregistrate con telecamere nascoste nelle 21 sedi del Comune di Sanremo.


Unica assoluzione quella di Rita Torre, nei confronti della quale la giudice Francesca Minieri del tribunale a Imperia ha tenuto conto della particolare tenuità del fatto.


"Non può che esserci grande soddisfazione per un processo certosino, con oltre trenta udienze, la prima delle quali a gennaio, con il pm Paola Marrali,
che ha analizzato ogni singola vicenda, minuto per minuto, uscita per uscita. Il fatto che il giudice abbia ritenuto fondate queste ipotesi, escludendo tra l'altro la colpevolezza per molti episodi, con la difesa che ha citato tutti i testimoni per un processo completo, ci dà massima soddisfazione". Queste le parole del Procuratore di Imperia, Alberto Lari, dopo la sentenza in primo grado.


"Abbiamo apprezzato il lavoro del giudice e l'impegno del tribunale, che hanno fatto prevalere l'interesse della giustizia e dello Stato, pur trattandosi di reati prossimi alla prescrizione.
Una sentenza che ci conforta anche in relazione all'impugnazione delle assoluzioni in abbreviato, le quali confermano che abbiamo fatto bene a procedere in Appello. Due sentenze chiaramente opposte e noi speriamo che prevalga questa tesi".