Cultura e spettacolo

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Quarantacinque imprese che credono nella cultura come motore di valore, lavoro e relazioni
2 minuti e 26 secondi di lettura
di d.vass
La presentazione de 'I custodi del faro (ph. Marcello Orselli)

Quando la torre-faro del Teatro Carlo Felice è accesa, è accesa la cultura a Genova. Per tenere vivo questo fuoco, ecco I custodi del faro, una membership a numero chiuso dedicata a 45 imprese che credono nella cultura come motore di valore, lavoro e relazioni. A presentarla, la sindaca di Genova e presidente della Fondazione Teatro Carlo Felice Silvia Salis con il sovrintendente Michele Galli, il senior consultant per l’internazionalizzazione della Regione Liguria e promotore del concept “Regata Culturale” Davide Falteri e Andrea Compagnucci responsabile progetti di fundraising di ANFOLS – Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche e ideatore dei Custodi del faro per il teatro ligure. Nel corso dell’incontro la parola è andata poi a Monica Dellepiane in rappresentanza della Camera di Commercio di Genova e all’artista Manuela Boni ideatrice di Regata Culturale.

Numerose le aziende interessate ad aderire

In sala una rappresentanza del mondo economico e produttivo ligure: tra i primi a rispondere all’appello ci sono già Banca Passadore e Iren, storici sostenitori del Teatro, insieme a numerose aziende interessate ad aderire a questa nuova forma di mecenatismo condiviso: "Crediamo nella cultura – ha dichiarato la sindaca Salis – e vogliamo che le 258 persone del Carlo Felice lavorino nelle migliori condizioni possibili con una struttura che gli permetta di farlo e con degli stipendi che siano adeguati al costo della vita. Su questo chiaramente ci impegneremo fino in fondo. Quello che vi chiediamo è: aiutateci a rendere questo posto un luogo dove le nostre bambine e i nostri bambini possano sognare di lavorare un giorno, possano sognare il proprio futuro nella cultura, nella musica, nel teatro, possano vedere la cultura come il loro lavoro nel futuro".  "Il teatro non può più limitarsi a giustificare la propria esistenza con l’ideazione e la realizzazione di un cartellone – ha sottolineato il sovrintendente Michele Galli – Oggi la nostra missione deve essere più ampia: il Carlo Felice deve diventare un motore di crescita per la città e per il territorio, un luogo che genera inclusione, educazione e valore. Allo stesso modo le imprese non sono più sponsor ma parte di una comunità che condivide la responsabilità di tenere accesa la luce della cultura".

Un nuovo cammino e una nuova programmazione

Con l’arrivo del Sovrintendente Galli, la Fondazione ha intrapreso un nuovo cammino e una nuova programmazione accolta con favore dal pubblico che ha registrato già un aumento di abbonamenti del 30%. Sono poi stati coinvolti oltre 4.000 studenti in nuovi progetti musicali formativi con un indotto economico significativo e centinaia di famiglie direttamente o indirettamente legate all’attività del teatro. Oggi con questo progetto la luce simbolica della torre-faro di Aldo Rossi diventa reale e sarà affidata a 45 aziende (quante sono le finestre che compongono la struttura) che, tutte insieme, daranno vita a un nuovo modello di partecipazione unendo impresa e cultura nel segno della responsabilità sociale attraverso lo strumento fiscale dell’Art Bonus che permette di ricevere un credito d’imposta pari al 65% del valore della donazione.

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