Cultura e spettacolo

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Il concerto questa sera alle 21
2 minuti e 10 secondi di lettura
di Dario Vassallo
La copertina di 'Rimmel'

Colleghi e addetti ai lavori lo hanno soprannominato ‘il principe’, forse per l’elitario distacco che da sempre lo contraddistingue, forse per la naturale riservatezza che lo fa apparire –nel mondo della musica italiana, assieme ad un pugno davvero ristretto di colleghi- una vera mosca bianca. Comunque sia Francesco De Gregori, in scena questa sera al Carlo Felice alle 21, è certamente tra gli artisti che più di altri hanno contribuito a cambiare radicalmente, negli ultimi cinquant'anni, la canzone italiana, autore di alcune tra le sue pagine più significative, sempre protagonista, nel bene e nel male. E questo fin dalla fine degli anni Sessanta quando attraverso le apparizioni al Folk Studio di Roma, una vera mecca per gli appassionati del settore, comincio a coltivare le prime amicizie, vedi quella con Fabrizio De André insieme al quale tradusse in italiano Desolation Row (diventata Vicolo della povertà) omaggiando in questo modo la sua guida spirituale, Bob Dylan, di cui in seguito ha felicemente contaminato la musica. Di lui è stato detto tutto e il contrario di tutto: De Gregori pignolo, De Gregori impegnato, De Gregori anticonformista ad ogni costi. Ma anche – va aggiunto - creatore di un stile particolarissimo, ricco di giochi linguistici, metafore e sinestesie per il quale si è parlato addirittura di ‘ermetismo’: “Le canzoni che scrivo sono per loro natura ambigue e non si prestano ad una lettura semplice: mi piace insomma che possano essere lette in modi diversi” afferma disegnando in questo modo la sua personale estetica.

Un tour per i cinquant'anni di 'Rimmel'

De Gregori arriva a Genova nell'ambito del tour “Rimmel 2025“, una serie di concerti in giro per l'Italia che celebrano i 50 anni dell’album, un’occasione unica per riascoltare live qualcosa che ha segnato la storia della musica: "Registrarlo è stato dolcemente caotico - ha detto una volta -. Non siamo partiti con un progetto con le canzoni già pronte, la lavorazione è durata parecchi giorni con pause anche parecchio lunghe. Era un clima d’improvvisazione che sicuramente faceva bene alla musica”. Quello che è nato è un disco che ha venduto oltre mezzo milione di copie cambiando il modo di fare e concepire la canzone d'autore, con un'influenza che si avverte ancora oggi nel panorama musicale nazionale, un'estetica minimalista e una scrittura poetica che va oltre la linearità narrativa tradizionale: nove brani che sono piccoli gioielli, spesso malinconici, talvolta ricchi di sdegno ed ironia, costruiti su immagini e impressioni che parlano di sofferenza, ricordi, amori spezzati e speranze infrante ma anche di impegno sociale e memoria storica. E non c'è dubbio che di Rimmel qualcosa - tra le pagine chiare e le pagine scure - rimarrà per sempre.

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