Cultura e spettacolo

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di Chiara Orrù

Una preziosa ciocca di capelli di Niccolò Paganini, il celebre violinista e compositore genovese che incantò il mondo con il suo talento senza pari, è stata appena donata alla città di Genova. Dopo il celebre violino "Cannone" e le chitarre, un altro frammento del musicista torna nella sua città natale, più precisamente nelle sale paganiniane di Palazzo Tursi. La ciocca, che ha girato attraverso diversi proprietari, apparteneva alla collezione del liutaio Giuseppe Fiorini ed è stata donata a Genova dalla Fondazione Sfilio.

Le sale dedicate a Paganini a Palazzo Tursi

Rolli days nel segno dell'Ottocento: le sale paganiniane a Palazzo Tursi

Palazzo Tursi ospita tre sale interamente dedicate a Paganini, rinnovate nel 2021 con tecnologie multimediali che permettono ai visitatori un’immersione multisensoriale nella vita e nell’arte del musicista. La prima sala offre un racconto approfondito della sua biografia e del legame speciale con Genova, arricchito da videoproiezioni in italiano e in inglese.

La seconda sala si concentra su un aspetto meno noto: oltre a essere un violinista straordinario, Paganini era anche un eccellente chitarrista e compositore per questo strumento. Qui sono esposte alcune delle chitarre appartenute all’artista.

La terza sala è dedicata ai due violini storici, il Cannone e il Sivori, icone sonore della sua carriera. Grazie a dispositivi interattivi, i visitatori possono ascoltare la potenza e la ricchezza timbrica di questi strumenti.

La storia del violino più famoso del mondo

Niccolò Paganini (1782-1840) chiamava il suo violino "il mio cannone", da cui è derivato il soprannome "il Cannone". Questo strumento fu costruito nel 1742 dal liutaio cremonese Bartolomeo Guarneri (1698–1744) ed è noto come "del Gesù" per la caratteristica firma accompagnata dal segno della croce. Donatogli da un ammiratore nel 1802, il violino divenne quasi un’estensione del suo corpo: Paganini infatti lo suonava poggiando il mento direttamente sull’estremità della tavola armonica, senza utilizzare la mentoniera, lasciandovi così i segni dell’uso intenso e appassionato durante centinaia di concerti memorabili. Nel suo testamento affidò il suo prezioso violino alla città di Genova. 

Nel 1833, quando lo strumento richiese una riparazione a Parigi, Jean-Baptiste Vuillaume ne realizzò anche una copia che, sette anni dopo, Paganini donò al suo migliore allievo, il genovese Camillo Sivori. Seguendo l’esempio del maestro, Sivori lasciò in eredità il violino al Comune di Genova, dove oggi, insieme all’originale Cannone, è esposto nelle sale a lui dedicate.

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