
E' un viaggio sonoro e visivo attraverso cinque continenti che nasce con la vocazione di favorire l’incontro fra tradizioni musicali e culture, generando nuovi dialoghi possibili: dalla musica mozartiana per pianoforte reinterpretata dalle voci zulu al flamenco suonato con un’arpa e dai raga indiani (particolari strutture musicali che seguono nell'esecuzione precise regole relativamente alle frasi melodiche consentite o vietate) intrecciati con il beat box vocale. Il Festival del Mediterraneo, tradizionale appuntamento di fine estate giunto alla sua 34esima edizione, torna espandendosi ulteriormente con quindici date che si sviluppano lungo un calendario di oltre tre settimane, fino al 23 settembre. Ad animarlo musicisti, danzatori e performer internazionali che saranno protagonisti in alcune delle location più suggestive di Genova e per la prima volta anche a Savona, trasformandole in palcoscenici globali.
Il programma intreccia tradizioni ancestrali e sperimentazioni contemporanee
“La musica dal vivo – spiega Davide Ferrari, direttore artistico e organizzatore del Festival – rappresenta da sempre una forma privilegiata di condivisione collettiva, sensoriale ed emotiva, capace di evocare luoghi vicini o lontani, reali o immaginari. È memoria vivente che tramanda le storie dei popoli e al tempo stesso uno strumento con cui guardare al futuro, veicolo di cambiamenti, esplorazioni e incontri. Con un calendario che intreccia tradizioni ancestrali e sperimentazioni contemporanee, il Festival del Mediterraneo vuole essere un punto di riferimento internazionale capace di raccontare l’identità e la diversità dei popoli attraverso il linguaggio universale della musica”.
Gli appuntamenti
Tra gli appuntamenti di quest’anno una performance di danza contemporanea e musica per commemorare l’80° anniversario di Hiroshima e Nagasaki in una rilettura corale che coinvolge voci, danze e musiche europee e giapponesi (venerdì 12 alla Claque); Maegandang: il fascino degli strumenti coreani, rara occasione per avvicinarsi al patrimonio sonoro della Corea del Sud (sabato 13 alle 21 al Chiostro Museo Diocesano e domenica 14 alle 18:30 al Castello D’Albertis) e il Concerto al Buio, ovvero fado portoghese cantato dalla non vedente Dona Rosa (20 settembre ancora al Castello D'Albertis). La chiusura, il 23 settembre nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa, è affidata allo spettacolo Dervishes Remixed (Italia/Siria) in un incontro magnetico fra la danza rotante dei dervisci sufi e il linguaggio della musica e della danza contemporanea.
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IL COMMENTO
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