'Emilia Perez' di Jacques Audiard è stata una delle rivelazioni dell'ultimo Festival di Cannes dove ha vinto il Premio della giuria e quello per la miglior interpretazione femminile assegnato all'intero cast: un imprevedibile mix di melodramma queer, thriller legato al narcotraffico, cinema politico e musical su una metamorfosi che sembra improbabile ma tale non è e sulla redenzione personale che si risveglia in un freddo criminale.
E' la storia di un boss della droga che vuole diventare donna
Martedì 26 novembre il Cinema America alle 20.45 ne ospita un'anteprima preceduta da una presentazione dello stesso Audiard collegato in diretta streaming da Roma insieme all’attrice Karla Sofia Gascòn. Il film racconta la storia di uno dei boss più temuti del cartello messicano della droga, Manitas, che ingaggia un'avvocatessa affinché gli crei le condizioni migliori per diventare donna. Una volta che tutto va a buon fine e 'rinasce' come Emilia Perez un incontro casuale la porterà a creare un'organizzazione no-profit destinata ad aiutare i familiari di vittime della violenza dei vari cartelli su molte delle quali ha una responsabilità diretta. E le cose si complicheranno volgendo verso il disastro.
Un film che abbraccia molti stili
Candidato francese per la corsa agli Oscar, 'Emilia Perez' abbraccia abilmente molti stili. La base è un dramma di criminalità e riscatto, ma poi c'è una corrente di umorismo almodóvariano insieme a momenti di noir, realismo sociale, accenni di telenovela e un'escalation culminante in una suspense che si conclude in tragedia: un ritratto senza filtri di qualcuno che sfida contemporaneamente stereotipi diversi. E Karla Sofía Gascón (nel doppio ruolo Manitas/Emilia) trasferisce nel personaggio la sua esperienza personale di transizione di genere avvenuta nel 2018: attore prima di diventare attrice e padre prima di diventare madre.
IL COMMENTO
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