CANNES - E’ stato il momento più emozionante della cerimonia d’apertura di questo 77esimo Festival di Cannes. Non solo la consegna materiale della Palme d’honour a colei che certamente è la più grande attrice vivente ma anche per ciò che l’ha preceduta: la commozione di Juliette Binoche che arriva fino alle lacrime mentre legge il discorso in cui sottolinea i momenti più importanti di una carriera davvero unica e l’emozione della grande star che se pure abituata a platee immense fatica a rimanere composta e si dichiara ‘onorata’ da questo riconoscimento. D’altronde, nonostante al primo provino per il remake di 'King Kong' sia stata scartata da Dino De Laurentis perché non la trovava bella, Meryl Streep rappresenta la colonna cinematografica della nostra vita, protagonista di film come 'Il cacciatore', 'Kramer contro Kramer', 'La scelta di Sophie', 'La mia Africa', 'I ponti di Madison County', 'Il diavolo veste Prada', 'Mamma mia', 'The iron lady' e decine di altri ancora.
Se i numeri talvolta sono aridi, spesso però fotografano la realtà e in questo caso parlano di ventuno nomination agli Oscar e tre statuette vinte, l'unica attrice ad essere stata nominata per film prodotti in cinque decenni diversi, trentatrè nomination ai Golden Globes e nove vinti di cui uno alla carriera. “Con le tue interpretazioni, con le tue emozioni, ci hai fatto crescere, ci hai aiutato ad avere una nuova immagine di noi stesse, per questo sei molto di più di un’attrice”, ha detto Binoche. Dal canto suo Streep ha risposto: “Quando sono venuta qui per la prima volta, 35 anni fa, ero già madre di tre figli, stavo per compiere 40 anni e pensavo che la mia carriera stesse per finire, cosa che in quell’epoca poteva ancora succedere. L’unico motivo per cui adesso sono qui si deve al fatto che abbia potuto lavorare con artisti di enorme bravura. Vi sono grata per non esservi ancora stancati della mia faccia”.
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