GENOVA - Erano chiusi al pubblico da quattro anni il chiostro e la chiesa sconsacrata di Sant'Agostino: era il 2020 quando per motivi di sicurezza il complesso conventuale agostiniano, tra le più importanti testimonianze medievali del Centro Storico, chiudeva le porte al pubblico per motivi di sicurezza. Poi con l'anno che il Comune di Genova ha deciso di dedicare al Medioevo, sono iniziate anche le prime operazioni di restyling che consentono ai cittadini di riappropriarsi di uno spazio unico, testimonianza del passato millenario della città.
Le telecamere di Primocanale Production sono entrate all'interno di questo spazio per testimoniare il riallestimento avvenuto in tempi record, grazie al grande lavoro degli uffici culturali del Comune, dato che il finanziamento necessario per procedere con i lavori è stato approvato a fine marzo 2024. Nel giro di due mesi, lo spazio dell'ex chiesa è stato ripulito, sgomberato di marmi e altri oggetti che erano stati 'provvisoriamente' sistemati lì in attesa di nuove collocazioni e riallestito sotto il disegno sapiente dell'architetto Giovanni Tortelli. Con lui e tanti altri ospiti questa sera alle ore 21 in prima serata si potrà apprezzare in tv "I tesori di Sant'Agostino". La puntata è anche disponibile on demand sul nostro sito (in cima a questo articolo).
Un gran lavoro di squadra che ha permesso di far riaprire non soltanto il chiostro, il "collegamento" tra piazza Sarzano e piazza Renato Negri, dove si potrà entrare liberamente negli orari di apertura del museo e godere della bellezza del complesso, con una vista unica che dal chiostro corre fin su alla torre campanaria della chiesa sconsacrata, ma una piccola parte del complesso museale e lo spazio suggestivo dell'ex edificio sacro. Ad aprirci le porte Raffaella Besta, direttore dei musei di arte antica del Comune di Genova e Paolo Persano, conservatore di Sant'Agostino, nostro 'Virgilio' di questo allestimento.
Fulcro dell’esposizione è uno dei capolavori dell’arte medievale europea, l’Elevatio Animae di Margherita di Brabante, opera di Giovanni Pisano. Si tratta di una delle testimonianze più importanti del Medioevo genovese. Tra i pannelli grigi espositivi e il gioco di luci e ombre che rende protagonisti i marmi scelti per questa mostra, al centro c'è proprio quanto resta del grandioso monumento sepolcrale di Margherita, moglie dell’imperatore Arrigo VII, morta a Genova nel 1311. Questo allestimento dal gusto profondamente contemporaneo pone al centro la statua, in una sorta di altare tra sacro e profano. L'eccezionalità di questa esposizione sta nel prestito di uno dei tre frammenti che si sono conservati fino ai giorni nostri da parte di Palazzo Spinola, che permette al pubblico di comprendere meglio come doveva essere il monumento pensato da Giovanni Pisano. A raccontare il monumento lo storico dell'arte medievale Clario Di Fabio assieme a Francesca Girelli.
Tra le opere presenti nel percorso - che si snoda anche negli spazi del chiostro triangolare del convento di Sant’Agostino - sono inoltre presenti più di un centinaio di manufatti provenienti dai depositi del museo e pressoché inediti, perché mai esposti negli ultimi 80 anni. Tra questi capolavori, Antonio Musarra, storico e curatore di Ianua, l'evento clou che dall'11 al 13 ottobre permetterà a genovesi e turisti di scoprire la grandezza di Genova nel Medioevo, attraverso visite guidate, incontri, convegni, pubblicazioni, inquadrerà quella che originariamente era la Chiesa di Santa Tecla.
A chiudere la puntata le riflessioni di Nicoletta Viziano, comitato di gestione della Fondazione San Paolo, e Giacomo Montanari, storico dell'arte e coordinatore del tavolo culturale del Comune di Genova.
IL COMMENTO
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