Cultura e spettacolo

Lo spettacolo che ricorda Frida Kahlo in scena l'8 marzo alle 21
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E' stata una delle pittrici più influenti del XX secolo, un’artista che ha saputo trasformare il dolore e la sofferenza per i tanti problemi fisici che l'hanno colpita in immensa creatività. Frida Kahlo è entrata nell'arte popolare messicana post-rivoluzionaria grazie alle sue opere surrealiste e ai suoi autoritratti, icona femminista per la libertà sessuale, l'impegno politico e soprattutto la continua indagine su se stessa senza permettere a nessuno di porle limiti. Nella Giornata internazionale della donna il Teatro Garage ospita uno spettacolo, 'Hasta siempre, Frida!' (alle 21), che scava nei sentimenti più intimi di un’artista che incarna la rivoluzione come concetto più avanzato di modernità per la sua comunicazione globale, verbale, artistica e comportamentale. Ad interpretarla è Danila Sàlteri, attrice di cinema teatro e televisione, volto di numerose serie tv di successo come 'Don Matteo', 'Incantesimo', 'Carabinieri' e 'Provaci ancora, Prof!'.

“E' uno spettacolo molto commovente e molto emozionante – confessa -. Non lo dico io perché lo interpreto ma il pubblico che lo vede ormai da un paio d'anni. È proprio la figura di Frida ad essere empatica, credo che tutte le donne ma in modo più ampio tutte le persone possono riconoscersi in una fragilità intrinseca che non le ha impedito comunque di essere una persona estremamente forte”.

Su Frida Kahlo è stato detto molto. Cos'è che andava ancora detto?

“Andava ricordato che è rimasta una figura pop: ci sono ancora persone che si tatuano le sopracciglia che aveva lei ed è stata un'antesignana di molte cose: il 'body positivity' contro il 'body sharing', il non depilarsi, il vestirsi da uomo, l'androginia..."

"Il fatto però di essere una donna per i tempi assolutamente ribelle le è costato tanto perché è stata molto sola se pure acclamata come artista. Il messaggio che abbiamo voluto dare è proprio quello della sua fragilità, di tutte le sofferenze che ha dovuto sopportare e che ha sempre combattuto con una forza e un'energia da leonessa pur essendo mutilata sia nell'anima che nel fisico”.

Lo spettacolo è scritto e diretto da Maurizio Nicastro. Lei che ha scritto altrui spettacoli è intervenuta in qualche modo? “No, Maurizio è un uomo illuminato perché ha saputo descriverla forse meglio di quanto avrebbe potuto fare una donna. Forse l'essere uomo lo ha aiutato nello scandagliare ancora più profondamente la vita e le emozioni di Frida Kahlo”.

Al centro dello spettacolo c'è una gabbia scenica... “Sì, realizzata in ferro, alluminio e tulle dove vengono proiettate immagini con cui Frida interagisce, testi di poesie, i suoi fantasmi e i suoi quadri".

"Una gabbia che rappresenta sia la sofferenza dell'artista e il suo essere stata per tantissimo tempo della sua vita limitata a livello fisico ma anche il punto di partenza per far scaturire la sua grandissima arte perché molto spesso, come diceva anche Shakespeare, il teatro e l'arte nascono laddove ci sono delle ferite. E lei di ferite ne ha avute molte”.