Cultura e spettacolo

In sala il film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone che ha vinto il Leone d'oro e ottenuto undici nomination
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Quando la incontriamo per la prima volta, Bella è guidata interamente dall'istinto. E’ stata riportata in vita da uno scienziato brillante ed eccentrico, un genio della chirurgia dal viso sfregiato, risultato di esperimenti disumani condotti su di lui dal padre. Si chiama Godwin Baxter (lei lo chiama affettuosamente e semplicemente God, Dio) e i suoi metodi poco ortodossi gli hanno permesso di salvarla dopo che incinta si era appena suicidata sostituendo al suo cervello il neonato che aveva in corpo. Così all’inizio è una tabula rasa vivente che respira libera dalle pressioni sociali e dalla correttezza ed Emma Stone (bravissima!) la interpreta come una bambina che muove i primi passi ricca di uno spirito allegramente anarchico.

Di lei si innamorerà un’assistente di Godwin chiamato a seguirne gli sviluppi di crescita ma la giovane che rapidamente scopre la sessualità e un insopprimibile desiderio di avventura si lascerà inizialmente circuire da un viscido avvocato che portandola in giro per il mondo pensa di poterla asservire facilmente senza aver fatto i conti con la straordinaria capacità di apprendimento della ragazza che arriva a comprendere l'esistenza della sofferenza, la realtà della povertà così come del lusso ma soprattutto la tendenza degli uomini a sottomettere le donne ai loro voleri e alle loro fantasie. Insomma, una variazione contorta del mito di Frankenstein che non smette mai di interrogarsi sullo squilibrio di potere tra i sessi.

Tratto da un romanzo di Alasdair Gray, Lanthimos colloca 'Povere creature!' (Leone d'oro a Venezia e undici nomination all'Oscar) in quella che sembra la Londra vittoriana del XIX secolo ma gli elementi surrealisti di cui il film abbonda suggeriscono un mondo aperto e spaccato, fuori dal luogo e dal tempo: ci sono panorami onirici e pittorici; funivie che sfrecciano tra gli edifici della città sospese nel cielo e un'architettura che va dalla Belle Époque all'era spaziale. In questo contesto si muove Bella, infinitamente curiosa ed entusiasta, che salta da una passione appena sviluppata all'altra con l'entusiasmo di una bambina, da un lato rompendo i piatti per terra e dall’altro giocando con i corpi dei pazienti deceduti nel laboratorio di Godwin, appassionandosi alla filosofia e al socialismo, curiosa e capace di mantenere sempre il controllo della situazione affrontandola con umorismo e fascino ma soprattutto insaziabile nei suoi bisogni sessuali. Un'Alice nel Paese delle Meraviglie rianimata sul tavolo operatorio che diventa una donna fieramente vivace e indipendente liberandosi dei vincoli della società per farsi carico dei suoi desideri, del suo corpo e della sua identità di libera pensatrice che rifiuta di essere territorio di conquista di qualsiasi uomo.

In questo modo la liberazione sessuale di Bella diventa una sorta di risveglio morale, il segnale del raggiungimento di una coscienza più profonda e il graduale riconoscimento del suo posto in un mondo che è molto più brutalmente deforme di lei. Acuto, estremamente fantasioso e incredibilmente cattivo, il film sviscera con disinvoltura il patriarcato in un modo in cui ‘Barbie’ di Greta Gerwick non è riuscita a fare. E se il classico di Mary Shelley era una parabola sulla perversione degli uomini che creano una vita senza le donne, ‘Povere creature!’ suggerisce un antidoto riparatore, forse attraverso il reset di una donna artificiale la cui intelligenza viene incoraggiata e non ridotta.

Un film divertente, stravagante, anche inquietante ma ricco di empatia che rompe i confini e sovverte le nostre ipotesi con la stessa gioia e incoscienza della sua eroina dagli occhi spalancati e pieni di stupore; un'ode ipnotica e irresistibile all'individualità e alla libertà che ci invita ad abbracciare la parte più audace e provocatoria di noi stessi e un picaresco affresco femminista su una donna che ricostruisce se stessa da zero, e rigorosamente secondo le sue regole. Che osa essere libera in un mondo dominato dagli uomini e più questi uomini cercano di controllarla e di privarla delle sue scelte, più la loro presa su di lei si allenta e lei riesce a trovare la propria voce. E’ vero, il mondo sarà pieno di povere cose, come dice il titolo, ma Bella non è sicuramente tra queste.