“Sono di Campomorone, la mia vita è stata quella di un ragazzo di campagna. Dalla Bocchetta con gli amici andavamo a vedere Genova e pareva di vedere le luci di Broadway; poi con la prima patente siamo andati a viverla e ci ho fatto il liceo scientifico. Quello che ci sembrava gigante era piccolo, una Campomorone allargata. Però adesso che vivo a Varazze mi manca. E' una città che resiste”.
Cantautore, autore e polistrumentista, Emanuele Dabbono nasce a Genova nel 1977. Inizia il suo percorso musicale suonando la chitarra e il basso; nel 1997, arriva terzo al Festival di Castrocaro, con tanto di premio della critica per la migliore canzone originale; nel 1998, vince il concorso Voci giovani a La Spezia; tra il 2002 e il 2006, apre i concerti dei Nomadi, si esibisce come ospite a Top of the pops e vince il Cornetto Free Music Festival con il brano “Scritto sulla pelle” che nell’estate del 2006 esce come singolo prodotto dai Planet Funk.
Il suo nome, nel 2008, è stato protagonista della prima edizione di X Factor Italia dove è salito sul terzo gradino del podio.
Dopo quell’esperienza, sono arrivati il suo primo EP con i Terrarossa e l’album “Trecentoventi”, il tour negli Stati uniti, l’album “La velocità del buio”, l’avventura da solista con “Totem” e nel 2018 l’album live “Leonesse”.
Da otto anni Emanuele collabora come autore con Tiziano Ferro, con il quale ha scritto diversi successi tra cui “Incanto” certificata due volte platino, “Il conforto” (tre volte platino), “Lento / veloce” (due volte platino), “Valore assoluto” (platino), “Buona (cattiva) sorte” (oro). L’ultima collaborazione è “Mi rimani tu”, un pezzo che parla – citando Emanuele e Tiziano – di un valore assoluto che rende le esistenze piene di significato, a prescindere da cosa ci sia là fuori.
Dopo una pausa di quattro anni dalla sua ultima fatica, Emanuele Dabbono, sabato 22 luglio alle 21 nei Giardini Dossetti nel “suo” Campomorone propone il nuovo album dal titolo “Buona strada”, prodotto da Tiziano Ferro e uscito a ottobre per Universal Music.
“Buona strada” è un lavoro personale e intimo.
“Rifugio”, “Nel tuo retrovisore”, “Cattedrali” sono brani scritti per le figlie e per la famiglia. Ma sono adattabili a qualsiasi rapporto che presupponga cura, amore, partecipazione, desiderio di presenza.
L’album contiene il singolo “Cerezo”, più di una semplice canzone per il cantautore genovese: “È un manifesto. Sono felice di uscire con qualcosa che parli così tanto e in profondità di me” racconta Emanuele che aggiunge: “Ho scritto Cerezo di getto, in 15 minuti in macchina, fuori dal cimitero dove è sepolto mio padre".
“Cerezo”, che prende il titolo dal nome del celebre centrocampista brasiliano della Sampdoria Toninho Cerezo, è una canzone che racchiude l’emozione febbricitante dei tifosi di calcio.
Nel brano Emanuele descrive i momenti condivisi con suo padre a guardare le partite della Sampdoria, rende omaggio a quegli appuntamenti fissi ed intimi, alle parole non dette e all’emozione di un gol all’ultimo minuto.
L’idea del video spiega Emanuele: “Era di percorrere Genova, la mia città, a piedi e raggiungere il luogo dove tante partite ho visto con mio padre, lo stadio di Marassi.”. Il video di “Cerezo”, così come il brano, è un invito a dirsi le cose quando è il momento, prima che sia troppo tardi.
IL COMMENTO
Quello spot di Autostrade che stride così tanto
La tragedia di Calenzano e la paura di Multedo