Cronaca

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di Annissa Defilippi
La foce dell'Entella dove Andrea ha perso la vita in canoaAndrea Demattei ha perso la vita a 14 anni
È un'attesa carica di dolore e speranza quella che accompagna la mamma di Andrea Demattei, il 14enne morto per ipotermia in un drammatico incidente in canoa durante un'escursione sul fiume Entella a Chiavari. Per oltre due ore ha atteso la decisione della Corte di appello sul rinvo a giudizio dei due istruttori del ragazzo ma è arrivato un rinvio al prossimo 4 dicembre. Il motivo? Approfondimenti tecnici.

L'incidente alla foce dell'Entella a Chiavari

L'incidente risale al 16 gennaio 2023, quando Andrea partecipava a un'uscita organizzata con un gruppo di allievi. La canoa si è incastrata in un tronco e il ragazzo è rimasto con l'acqua all'altezza della vita. Nonostante i tentativi di soccorso, il 14enne non ce l'ha fatta. Da allora, la madre di Andrea non ha mai smesso di cercare risposte: "Siamo in un calderone in cui cerchiamo le responsabilità". Per la morte del ragazzo sono imputati sei vigili del fuoco (quattro della squadra di Chiavari e due sommozzatori arrivati da Genova), accusati per il ritardo nei soccorsi e le manovre sbagliate. L'inizio è fissato per il prossimo 11 dicembre, ma i giudici volevano unificare tutte le posizioni processuali in un solo procedimento. In attesa di sapere se dovranno andare a processo o meno ci sono anche due medici del 118 e in questo caso l'udienza è fissata al 28 novembre.

Le motivazioni del rinvio

Il rinvio dell'udienza odierna è stato motivato dalla necessità di ulteriori approfondimenti. Il consulente tecnico della Procura, Vincenzo Minenna, dovrà rispondere a due domande chiave. La prima: la manovra scelta dagli istruttori esponeva i partecipanti a un rischio elevato, considerando il livello di esperienza degli allievi, la loro forza fisica e la capacità di autocontrollo? Andrea, come molti coetanei, era alle prime armi con la canoa in fiume, e la famiglia contesta che gli istruttori non avessero gli strumenti adatti per un gruppo di principianti. "Puoi uscire senza avere due cime e una carrucola? Avrebbero dovuto avere quella che viene definita la responsabilità del padre di famiglia", dice la mamma di Andrea.
 
Il secondo quesito riguarda l'intervento in acqua di uno dei due istruttori presenti sul posto. Il perito valuterà se, nel momento in cui Andrea era ancora cosciente, un soccorso più tempestivo avrebbe potuto liberarlo dall'incastro fatale. "Se avessero agito subito, forse mio figlio sarebbe qui con noi", conclude la mamma che di lavoro fa l'educatrice e sostiene che "siamo tutti responsabili per gli altri".

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