
Un episodio di violenza precedente taciuto per paura. È la confessione della 25enne che lunedì ha denunciato di essere stata sequestrata e stuprata da un 35enne marocchino conosciuto su internet. La storia inizia con un annuncio di lavoro pubblicato online dalla giovane, impiegata nell'immediato entroterra ligure, in cerca di un’opportunità migliore.
Tra i contatti ricevuti, c’è quello di un 35enne, irregolare in Italia, che si spaccia per datore di lavoro. Ma le sue intenzioni si rivelano presto: telefonate insistenti, messaggi molesti, avance che la giovane respinge con decisione, bloccandolo. Lui, però, non si ferma. Setaccia i suoi profili social e memorizza la foto.
Tra i contatti ricevuti, c’è quello di un 35enne, irregolare in Italia, che si spaccia per datore di lavoro. Ma le sue intenzioni si rivelano presto: telefonate insistenti, messaggi molesti, avance che la giovane respinge con decisione, bloccandolo. Lui, però, non si ferma. Setaccia i suoi profili social e memorizza la foto.
Il primo sequestro: "Mi ha minacciato di morte"
Così un giorno i due si riconoscono a Chiavari, lui la invita per un caffè, lei accetta per cortesia, ma si congeda in fretta, turbata dal suo sguardo. Non sa che l’uomo la segue, silenzioso, fino al suo posto di lavoro seguendo il bus. Quella sera, all’uscita, secondo il racconto della ragazza, l'aggredisce: la trascina in auto, la porta in un luogo isolato e la violenta. "Se parli, ti ammazzo", le avrebbe intimato prima di abbandonarla. Terrorizzata, la 25enne tace, imprigionata dalla paura. Nei giorni successivi, l’ossessione dell'uomo si fa più pressante: messaggi minacciosi, foto rubate dai social, promesse di "protezione" che celano ricatti. La moglie scopre la chat e lo affronta, ma questo non lo ferma.
Il sequestro e la violenza sessuale
Lunedì, sotto una pioggia battente, si ripresenta al negozio. La aspetta all’uscita, ombrello in mano, in un gesto che le telecamere catturano come innocuo. Ma la realtà è un’altra: “Mi ha preso sottobraccio, sussurrando che avrebbe chiamato la mia famiglia, anch'io sono sposata”, racconta la giovane. La forza è nascosta nelle minacce bisbigliate all’orecchio. La conduce in un’abitazione isolata di cui ha le chiavi. Qui, per un’ora, si consuma l’orrore: violenza, percosse, urla soffocate. La ragazza, in un momento di distrazione dell’aggressore, tenta di fuggire da una finestra, ma lui l'afferra per i capelli, la trascina indietro.
Quando finalmente se ne va, lei, tremante, chiama un amico: “Aiutami, non ce la faccio più”. La telefonata, carica di disperazione, viene intercettata dai carabinieri, forse grazie a una segnalazione al 112. I militari la soccorrono e la portano al pronto soccorso di Lavagna, dove i medici riscontrano lividi e abrasioni. La caccia all’uomo è immediata, il 35enne viene portato a Marassi. Domani, è attesa l’udienza di convalida.
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IL COMMENTO
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