
Le indagini sull'incendio divampato mercoledì sera nell'ex Hotel Columbus di via Milano, nel cuore di Sampierdarena, puntano con forza verso un'origine dolosa.
L'ipotesi investigativa
Le fiamme, che hanno illuminato la notte proprio di fronte alla sede centrale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, sarebbero state appiccate in più punti, forse in un gesto di vendetta da parte di persone senza fissa dimora recentemente sgomberate dalla struttura.
Cosa è successo
L'allarme è scattato intorno alle 22 di mercoledì 8 ottobre, quando passanti e residenti hanno segnalato dense colonne di fumo nero fuoriuscire dalle finestre del terzo piano della ex struttura alberghiera, un tempo nota come Columbus e da tempo dismessa. I vigili del fuoco, paradossalmente a due passi dalla loro caserma, sono intervenuti con prontezza, evacuando lo stabile e domando le fiamme in poco più di un'ora. Nessuna persona è stata trovata all'interno. Le operazioni di bonifica sono andate avanti fino a notte fonda, con la polizia locale che ha chiuso via Milano per garantire sicurezza e accesso ai mezzi di soccorso.
Sul posto è arrivata anche un'ambulanza del 118, ma fortunatamente non si registrano feriti o intossicati tra gli occupanti abusivi, che non erano più all'interno. Le prime rilevazioni investigative, condotte dai pompieri, confermano l'ipotesi del dolo: il fuoco è stato appiccato in almeno tre punti distinti del terzo piano, con materiali infiammabili come cartoni e stracci che hanno accelerato la propagazione. A rafforzare la pista della "ripicca" è il contesto recente: di recente le forze dell'ordine avevano sgomberato l'edificio da un gruppo di senzatetto. Gli inquirenti stanno visionando le telecamere di sorveglianza della zona e raccogliendo testimonianze tra i residenti e gli ex occupanti, per identificare eventuali responsabili.
La storia dell'ex Hotel Columbus
L'ex Hotel Columbus, un rudere di quattro piani a due passi dal terminal traghetti e dal traffico incessante di via Milano, è da oltre un decennio un simbolo di abbandono urbano. Acquistato negli anni '90 da privati e mai più riutilizzato dopo la crisi economica del 2008, è diventato un labirinto di stanze fatiscenti, invaso da rifiuti, graffiti e topi.
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IL COMMENTO
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