Cronaca

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Giordano Bruschi racconta il suo infinto impegno antifascista, da partigiano a sindacalista, da politico a giornalista e ambientalista: "Amo parlare con gli studenti perchè la scuola è alla base di tutto"
5 minuti e 30 secondi di lettura
di Michele Varì

Stupisce per la sua incredibile memoria, che aumenta con il passare degli anni, come dimostra ricordando con  nonchalanche ogni data, ogni ora, ogni notizia. E guai a parlargli di elisir miracolosi o diete visto che lui a tavola ama zuccheri e insaccati. Giordano Bruschi, il partigiano "Giotto", nato a Pistoia nel '25, oggi, sabato 20 settembre, compie un secolo di vita.

Un secolo con dentro tante vite

Un centenario antifascista con tante vite: partigiano, sindacalista, politico, scrittore e ambientalista, perché lui è il cittadino che più di tutti si è battuto e si batte contro il cemento nella Valbisagno, per lo scolmatore del Bisagno che allontanerà l'incubo delle alluvioni e la tutela del suggestivo acquedotto storico che si snoda lungo la vallata.

Oggi la festa nel paradiso del circolo Sertoli

La sua festa di compleanno si terrà oggi alle 16 nel circolo Sertoli, un angolo di verde strappato al degrado che ora è un paradiso, con prati, alberi da frutto e tanti fiori. Un eden nato per gli studenti che lì sono di casa. Fra gli invitati anche la sindaca Salis.

La casa di Bruschi è poco lontano, fra le colline verdi di via San Felice, a Molassana, un paradiso di profumi e colori, un nido pieno di libri e souvenir di viaggi in giro per il mondo, un nido che trasuda cultura e vita, costruito pezzo per pezzo con la sua Giuseppina Giani, che ora non c'è più, ma che rimane nel suo cuore e lo si capisce da come ne parla.

Il suo dolce elisir di lunga vita

Intervistare Giordano è sempre un'impresa: lui quanto prende la parola è come un calciatore numero 10, non ti passa mai la palla perché ama giocarla, tenerla, ma non per fare gol, non per farsi bello, ma per mostrare la bellezza del gioco di squadra, fare giocare e aiutare tutti quelli che sono in campo. Soprattutto i più in difficoltà.

Il segreto della sua memoria eccezionale: "Ripasso ogni sera..."

Impossibile, però, non iniziare l'ennesima intervista con Bruschi senza addentrarsi nella sua eccezionale memoria, che colpisce chiunque lo sente parlare e lascia di stucco quando snocciola date, orari, ricordi, con una precisione svizzera. Un dono di natura, ma anche frutto di un grande allenamento, come svela lui: "Ogni sera sto un paio di ore a rivedere nella mente la mia vita, a rileggere con pensieri i fatti accaduti più importanti". Ma forse, aggiunge, "la memoria è anche frutto del tanto zucchero e dei dolci di cui sono ghiotto, i medici dicono che aiutano a migliorare le funzioni del cervello". Altra stranezza: Bruschi a ogni caffè o bicchiere di latte aggiunge sino a tre o quattro cucchiaini di zucchero eppure la sua glicemia non è mai salita, come altre patologie. Giotto infatti in un secolo di vita è stato ricoverato in ospedale solo per un'appendicite, poi niente, e anche adesso nessuna pastiglia per la pressione, né antidolorifici, "inizio solo ad avere un po' di prostatite" dice con il tono di Forrest Gump che si dice un "po' stanchino" dopo avere fatto più volte il giro del mondo di corsa.

Partigiano esperto in informazione antifascista 

Giotto racconta di essere diventato antifascista proprio per avere vissuto sulla sua pelle le restrizioni della dittatura. Da partigiano si era specializzato in un'attività clandestina molto simile a quella che farà poi da giornalista, ossia divulgare notizie, con il ciclostile stampava fogli con scritti antifasciste che poi disseminava nei palazzi.

Una famiglia povera fuggita da Pistoia

Bruschi era arrivato a Genova dalla sua Pistoia quando era un ragazzo perché suo papà da ferroviere sindacalista comunista era stato costretto ad allontanarsi dalla Toscana. La mamma invece era una contadina che lavorava a mezzadria. La sua famiglia era finita nelle case dei ferrovieri di via Porro, a Certosa, quelle sotto il Ponte Morandi. Due le sorelle, anch'esse vissute a lungo, sino a 86 anni Wilma e sino a 98 anni Loletta, Giordano ammette che vorrebbe essere il più longevo di tutti.

Quella sua prima scuola che formava solo al lavoro

La prima scuola è stata quella dell'avviamento, che più a formare un cittadino "formattava" un lavoratore. "Sarei dovuto diventare un falegname, ma nei lavori manuali ero scarso". Nel 1939 frequentando la parrocchia di Certosa, "ma solo perché c'era il campetto di calcio", ebbe anche l'incontro con un parroco che poi fece carriera, "mi voleva fare entrare nel seminario, ma io risposi che gli uomini con la gonna nera non mi piacevano". Quel prete era Giuseppe Siri, poi diventato il potente cardinale conservatore di Genova.

Dallo sciopero mondiale dei marittimi alla flottiglia per Gaza

Bella e importante anche la storia di Bruschi sindacalista dei marittimi: nel '59 organizzò uno sciopero per il contratto che bloccò tutti i porti del mondo, provocando un grave danno alle grandi compagnie marittime, una lotta, quella, che ora inevitabilmente riporta alla mente l'impresa della flottiglia salpata da ogni parte del mondo, e da Genova, per portare aiuti a Gaza e chiedere la pace in Palestina. Una battaglia che il partigiano Giotto sente sua, anche se intuisce non facile, "perché per avere dei risultati ci vorrebbe l'aiuto di tutto il mondo".

L'amore infinito con Giusy

Nel cuore di Bruschi, e qui veniamo alla sua vita privata, come dicevamo c'è una donna, Giusi Giani, la compagna di una vita, "la prima donna presidente di Municipio capace negli anni '80 di sconfiggere il maschilismo nel Pci".

Salis, la sindaca figlia di un custode del Pci

Il partigiano forse anche per questo rimarca l'importanza delle donne nella politica e sostiene con convinzione la sindaca di Genova Salis: "Suo papà era un compagno del Pci come lo ero io, ed era il custode del campo di atletica di villa Gentile, ed è molto bello che oggi la sindaca di Genova sia la figlia di un custode di un impianto sportivo".

Come a dire: nella vita c'è spazio anche per le favole, ma solo con l'impegno e la tenacia, come quella del papà della Salis e di Giordano, un partigiano che ogni sera, da quanto era ragazzo, ripassa la sua e nostra storia.

Cent'anni ma ancora tanti progetti

Legge e studia ormai da un secolo, Giordano, come se il giorno dopo dovesse sostenere un esame di una maturità che lui non smette mai di preparare. "La scuola, come insegnava Don Milani, è tutto, ci permette di elevarci, per questo sono contento e non smetto di incontrare i ragazzi degli istituti scolastici. Lunedì sarò in un'altra scuola, i record che mi rendono più orgoglio sono le duemila assemblee di istituto a cui sono stato invitato e i cinquantamila studenti che ho incontrato" conclude il partigiano Giotto come a suggellare a chi è destinata la sua grande eredità di conoscenze, di cultura e di lotte.

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