
È stato convalidato l'arresto di Umberto Efeso, l'uomo che mercoledì ha ucciso la moglie Tiziana Vinci a coltellate nella di un noto imprenditore alla Spezia dove entrambi lavoravano, lei come domestica, lui come autista tutto fare. Confermata l'ipotesi di reato, ovvero omicidio volontario pluriaggravato dalla premeditazione e dal vincolo coniugale. Nel processo si costituiranno parte civile i sei figli della coppia, il fratello e la madre della vittima (seguiti da Marco Evangelista e Riccardo De Marco). L'autopsia si terrà martedì affidata all'anatomopatologa Susanna Gamba, che ha già effettuato il primo riscontro sul posto.
Ricostruzione del femminicidio
Nell'ordinanza di convalida firmata dal giudice per le indagini preliminari Lottini, la ricostruzione dell'uccisione in base alle parole della testimone, la collega di Tiziana Vinci, che ha assistito al femminicidio e che ha riferito le parole di Efeso alla moglie dopo la prima coltellata al fianco: "Non dovevi mettermi contro i figli".
Confessione e braccialetto elettronico
Lui davanti agli inquirenti ha confessato l'intenzione di suicidarsi e la mancanza di coraggio poi, consigliato dall'avvocato Andrea Buondonno, che lo assiste con il collega Nunzio Gallo, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il braccialetto elettronico non è stato ancora trovato, potrebbe averlo scaraventato nel bosco dove ha vagato per un'ora prima di costituirsi ai carabinieri, ma la vittima non aveva con sé l'altra parte (il tracker) e quindi non avrebbe potuto suonare comunque. Da due anni minacciava la moglie tanto da aver patteggiato un anno, ma Efeso continuava a frequentare la Villa dove Vinci lavorava.
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IL COMMENTO
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