
I portuali del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali protestano contro il transito di armi sulla nave saudita Bahri Yambu. Domani presidio al varco Etiopia dalle 8.
Il post dei portuali
“Così davvero non ci siamo. Siamo appena usciti da un incontro che, a nostro avviso, è stato utile e chiaro. Proprio mentre discutevamo con le autorità, a bordo della Barhi Yambu, attraccata al terminal GMT, i lavoratori hanno trovato la nave carica come raramente accaduto: sistemi d’arma, esplosivi, munizioni”. Queste le parole del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali, che oggi ha denunciato la presenza di un arsenale sulla nave saudita, probabilmente diretto in Medio Oriente.
Occhi puntati sul porto di Genova
La nave, al centro della polemica, doveva caricare un cannone Oto Melara prodotto a La Spezia, destinato a un cantiere Fincantieri ad Abu Dhabi. Durante le verifiche, i portuali hanno scattato foto e video, ma la Digos, presente sul posto, ha ordinato di cancellarli, senza però riuscirci del tutto. Il Collettivo ha pubblicato le immagini online, annunciando un presidio domani alle 8 al varco Etiopia per bloccare il carico di armi.
I portuali, sostenuti da sindacati e attivisti, chiedono lo stop al transito di armi nei porti italiani, invocando la legge che vieta l’esportazione verso zone di conflitto. La protesta si intensifica, con il rischio di nuove tensioni.
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