
Un salvataggio in extremis come è già accaduto altre volte all'interno del carcere di Sanremo dove ieri sera un detenuto ha tentato di impiccarsi nella sua cella. L'uomo, di origine magrebine, si è salvato solo grazie all'interno della polizia penitenziaria che hanno notato movimenti sospetti all'interno della cella.
A darne notizia è Fabio Pagani, segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria. Il detenuto era ristretto nel reparto Nuovi Giunti ed era sottoposto al regime 14 bis, una sorveglianza particolare per detenuti che compromettono la sicurezza o turbano l'ordine all'interno degli istituti penitenziari.
La denuncia: "A Sanremo almeno trenta agenti in meno"
"A Sanremo 265 detenuti su 223 posti disponibili gestiti da 155 operatori del Corpo di Polizia penitenziaria quando ne sarebbero necessari 185, inoltre occorre sottrarre circa 30 unità assenti da tempo - spiega Pagani -. Situazione, dunque, di per sé complicatissima, ma resa ancora più difficile dalla presenza di reclusi affetti da patologie mentali non adeguatamente curati e gestiti e da scelte organizzative che potrebbero come minimo essere migliorate. Tutti fattori che si ripercuotono pesantemente sui carichi di lavoro degli operatori. Ieri il personale di Polizia penitenziaria si è fermato con turni anche di 16 ore continuative. Occorre intervenire subito a Sanremo, con i fatti e non con chiacchiere e passeggiate, occorre immediatamente supporto operativo".
"Oltre a complimentarci con la Polizia penitenziaria di Sanremo per aver salvato l’ennesima vita umana e impedito la lunga scia di morti in cella, per risollevare le sorti del penitenziario di Valle Armea, va deflazionata la densità detentiva, potenziando in urgenza l’organico della Polizia penitenziari anche arrestandone l’emorragia con provvedimenti di missione o invio del GOM (Gruppo Operativo Mobile), assicurando l’assistenza sanitaria e psichiatrica” conclude Pagani.
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