"È un boccone amaro, ma la legge va rispettata ed è uguale per tutti". Così Massimo Coco, figlio di Francesco Coco, il procuratore capo ucciso l'otto giugno del 1976 in salita Santa Brigida dai terroristi delle Brigate Rosse, commenta il ritorno in libertà di Giovanni Brusca, il capomafia che azionò il telecomando che innescò l'esplosione il 23 maggio del 1992 in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
"Posso capire che si tratti di un personaggio con una valenza criminale impressionante, sia stato capace con ferocia di macchiarsi di reati impressionanti per quantità e qualità. Ma se la legge è uguale per tutti, se il percorso prevede anche questa possibilità di reinserimento, con tutta l'amarezza che posso avere, devo accettare la decisione dei magistrati. Mio padre e due agenti sono morti per rispettare la legge, oggi sarebbe un tradimento non accettare quelle che sono le regole del diritto".
Dopo 25 anni di carcere Brusca vivrà sotto falsa identità
Dopo l'arresto, e un primo falso pentimento, il boia di Capaci decise di collaborare con la giustizia. In tutto ha scontato 25 anni di carcere. La sua scarcerazione, avvenuta nel 2021, e la decisione di sottoporlo alla libertà vigilata sollevarono dure polemiche. Brusca continuerà a vivere lontano dalla Sicilia sotto falsa identità e resterà sottoposto al programma di protezione.

La commemorazione in salita Santa Brigida
L'evento, promosso dall’Unione Nazionale Mutilati per Servizio, si è svolto presso la targa che ricorda il loro sacrificio, proprio nel luogo dell'eccidio. A essere trucidati insieme al procuratore Coco il brigadiere di pubblica sicurezza Giovanni Saponara e l'appuntato dei Carabinieri Antioco Deiana. Oggi, alla presenza della sindaca di Genova Silvia Salis e delle massime autorità civili, militari e religiose, un picchetto interforze ha deposto una corona d’alloro. Sono seguite le letture delle motivazioni delle Medaglie d’Oro al Valor Civile conferite ai tre caduti, in omaggio al loro coraggio e alla difesa delle istituzioni democratiche.
La commemorazione prosegue nell'aula magna del liceo D'Oria con l’intervento del Procuratore Generale Enrico Zucca e la premiazione degli studenti vincitori di un concorso dedicato al tema del terrorismo.
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IL COMMENTO
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