
"È possibile che qualcuno faccia qualcosa? La situazione sta peggiorando da vari mesi". È il testo, letto in aula alla prima udienza davanti ai giudici della Corte d'Assise, della mail che Gian Paolo Bregante mandò alla Salute mentale della Asl4 per segnalare la situazione della moglie. L'ex comandante di navi 72enne, difeso dagli avvocati Paolo Scovazzi e Federico Ricci, a settembre 2024 ha ucciso la moglie Cristina Marini a Sestri Levante, in provincia di Genova.
Per l'ex comandante di navi un processo lampo
Sarà un processo lampo quello a Bregante, visto che la difesa ha rinunciato a sentire testimoni dando il consenso all'acquisizione di quanto raccolto in indagine. La prossima udienza è fissata per il primo luglio. L'uomo, dopo avere sparato alla moglie, aveva chiamato i carabinieri. Aveva sostenuto di averla uccisa perché lei non voleva curare la depressione. Questo, secondo il suo racconto, avrebbe comportato un peggioramento delle sue condizioni rendendola sempre più insofferente e aggressiva.
Il magistrato aveva scritto che l'ex comandante aveva ucciso "in preda a un raptus"
"Non avevo mai pensato di ucciderla, al massimo in quest'ultimo anno ho pensato un paio di volte di darle uno schiaffo. Non so cosa mi è successo, alla fine sono esploso", le sue parole davanti al giudice dopo l'arresto. Il magistrato aveva scritto che l'ex comandante aveva ucciso "in preda a un raptus".
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IL COMMENTO
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