Cronaca

Torna alla homepage
Oneda in primo grado era stato condannato a tre anni e quattro mesi poi ridotti in appello a un anno e quattro mesi
1 minuto e 55 secondi di lettura
di Annissa Defilippi
Roberta Repetto a sinistra e, a destra, la sorella Rita

È stato assolto, perché il fatto non sussiste, il medico bresciano Paolo Oneda che era stato condannato a un anno e 4 mesi per la morte di Roberta Repetto, l'insegnante morta per un tumore dopo l'asportazione di un neo sul tavolo della cucina del centro olistico Anidra, nell'entroterra di Genova.

Definitive le assoluzioni per gli altri imputati

La sentenza è stata letta dai giudici della Corte d'assise d'appello di Milano dopo che la Cassazione aveva annullato con rinvio. Oneda è difeso dagli avvocati Alberto Sirani e Giovanni Motta che avevano fatto ricorso. Definitive le assoluzioni per il guru Paolo Bendinelli a la psicologa Paola Dora. Oneda in primo grado era stato condannato a tre anni e quattro mesi poi ridotti in appello a un anno e quattro mesi. "La colpa della morte di Roberta è di Roberta - il commento della sorella Rita -. Ribadisco la mia assoluta vergogna di vivere in questo Paese".

La reazione della sorella: "Sentenza vergognosa"

"Cara Bobby, oggi, ancora una volta, ci è stato detto che hai scelto tu di morire. A 40 anni, straziata da dolori indicibili, ci dicono che era tutto normale. Che è lecito farsi togliere un neo senza anestesia, senza un esame istologico, senza tutele. In Italia, dicono, non serve. Non serve nemmeno ascoltare una persona che chiede aiuto, che urla con gli occhi e con il corpo che qualcosa non va. Non è reato, non è neanche un errore. È solo silenzio. E indifferenza.
Lo Stato oggi ci ha detto che se vieni lentamente, impercettibilmente manipolata, non è colpa di chi ti inganna. È colpa tua. Colpa tua che ti sei fidata. Che hai creduto. Che hai amato. Che sei stata vulnerabile.
È tutto sulle tue spalle. Sempre e solo sulle tue. Solo colpa tua.
Io mi vergogno profondamente di vivere in questo Paese. Un Paese che sa lavarsi le mani di fronte al dolore, che non vede, non sente, non protegge. Questo non è uno Stato di diritto. È una giungla. Dove chi inganna, chi manipola, chi lascia morire...resta impunito.
Provo sdegno. Provo rabbia. Provo schifo. Ma più di tutto, continuo a provare amore per te. E continuerò a urlare la tua verità, ogni giorno. Anche se a chi dovrebbe ascoltare non interessa".

Iscriviti ai canali di Primocanale su WhatsAppFacebook e Telegram. Resta aggiornato sulle notizie da Genova e dalla Liguria anche sul profilo Instagram e sulla pagina Facebook    

ARTICOLI CORRELATI

Lunedì 25 Novembre 2024

Morta dopo asportazione neo, si rifarà nuovo processo per il medico

La procura generale aveva chiesto la condanna per omicidio volontario, con dolo eventuale, maltrattamenti, circonvenzione di incapace e violenza sessuale
Mercoledì 21 Febbraio 2024

Morta dopo asportazione neo, assolto il 'santone' del centro

Roberta Repetto, che aveva un melanoma, fu curata per due anni con tisane zuccherate e meditazione e morì a ottobre del 2020 all'ospedale San Martino di Genova dove era arrivata ormai in condizioni disperate