L'imputato Marco SoraccoNel processo per l'omicidio di Nada Cella, un caso che ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva di Chiavari, emergono nuovi dettagli che svelano una rete di tensioni e paure tra i testimoni chiave. La testimonianza di Lorenza Signorini, figlia di una vicina di casa del commercialista Marco Soracco, rivela una storia di risentimenti e soggezione nei confronti della famiglia Soracco, gettando nuova luce sulle dinamiche che hanno caratterizzato le indagini. A sorpresa, poi, questa mattina l'anziana madre di Soracco è uscita dal processo perché per la difesa non è oggi più nelle condizioni di difendersi nel dibattimento in cui è imputata con il figlio di favoreggiamento nei fronti di Annalucia Cecere. Per questo il giudice Massimo Cusatti si è riservato di sospendere per stralciarla successivamente con un'ordinanza.
La deposizione in aula di Lorenza Signorini, figlia di Egle, testimone chiave
"Con Soracco e sua madre ci fu tensione, loro erano risentiti nei nostri confronti. Una volta li incontrai e mi rimproverarono per le cose che mia mamma aveva affermato sugli orari". Così in aula Lorenza Signorini, figlia di Egle Sanguineti, una vicina di casa del commercialista e della madre Marisa Bacchioni, nel corso della sua testimonianza nel processo in corte d'assise per l'omicidio di Nada Cella a Chiavari (Genova). Sanguineti aveva detto di avere visto Soracco "scendere e andare in studio poco prima delle nove e comunque prima del solito", mentre il commercialista ha sempre spostato in avanti l'orario del suo ingresso: prima alle 9.05, poi alle 9.10 e infine alle 9.12. La sorella Luciana Signorini, che aveva problemi psichiatrici, era stata indagata per sei mesi ma poi la sua posizione era stata archiviata.
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