GENOVA - Nei giorni scorsi gli abitanti e gli amministratori di Carasco e degli altricomuni della Val Fontanabuona hanno ricordato Gino Gattorna di 68 anni e Claudio Rosasco di 45 anni, i due cittadini di Moconesi morti nell'alluvione del 2013 nel crollo del ponte di Carasco su cui stavano transitando in auto in piena notte al ritorno da una trasferta di lavoro.
Dopo la tragedia le due sponde del fiume sono state riunite da un altro ponte, funzionale ma esteticamente molto discutibile e che al transito delle auto e soprattutto dei pullman e di tir fa molto rumore, un frastuono avvertito anche dagli abitanti, come conferma Antonio Agliusta, 67 anni, un pensionato che vive e lì, nel quartiere di San Pietro dove gestisce da anni anche un banco di frutta e verdura insieme alla moglie Marina.
Anche Antonio ricorda bene la tragedia del 2013 che poteva avere un bilancio molto più pesante perché altri automobilisti sfuggirono al crollo e alla morte per pochi attimi: "Quella notte alle due fummo svegliati dal boato del crollo delle condutture delle utenze sotto il ponte, mio figlio fu fra i primi a cercare di fermare le altre auto sopraggiunte dopo il cedimento e ricordo che un ragazzo in auto non finì nel fiume perché accelerò quando la strada gli stava crollando davanti".
Storie in allerta, il pensionato Antonio ricorda la tragedia di Carasco
Il crollo del ponte del torrente Sturla durante l'alluvione dell'ottobre 2013 costò la vita a due lavoratori di Gattorna
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di Miv
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