GENOVA - Gli unici indagati dell'indagine sulla corruzione che ha terremotato la Regione Liguria che si sono visti revocare delle misure interdittive sono stati il presidente di Confindustria Nautica Cecchi e il direttore marketing dei Saloni Nautici Campagna. A dire no alle decisioni chieste dai pm e dal gip è stato il tribunale del Riesame di Genova.
Lo stesso collegio presieduto da Massimo Cusatti venerdì 28 giugno deciderà se l'ex presidente di Autorità portuale ed ex presidente di Iren Paolo Emilio Signorini, l'unico indagato rinchiuso in carcere dell'operazione scattata il 7 maggio, potrà uscire dalla galera.
A dire no questa richiesta è già stata il Gip Paola Faggioni.
Se il Riesame andrà controcorrente e dirà sì alla revocata della carcerazione di Signorini si potrebbe ipotizzare che il metro di giudizio del tribunale è diverso dalla linea del gip e di conseguenze potrebbero lievitare le probabilità che anche il presidente della regione Giovanni Toti, agli arresti domiciliari, possa vedersi revocare la misura restrittiva e tornare a fare politica: ipotesi sino ad ora bocciata dai magistrati titolari delle indagini, con parere negativo, e dalla stessa gip Faggioni. I discrimini sono la possibilità che Toti una volta tornato libero possa reiterare il reato o inquinare le prove parlando con alcuni dirigenti della Regione che dovrebbero essere interrogati entro metà luglio. Come è filtrato dalla procura titolare delle indagini. Possibilità però esclusa dall'avvocato di Toti Stefano Savi: "Le indagini sono ormai a buon punto e non esiste la possibilità che il presidente della regione possa influenzare eventuali testi".
Nel suo ricorso Toti ribadisce quanto già affermato alla gip, ovvero escludendo futuri finanziamenti da parte di privati. "Anche laddove fossero individuabili o individuate eventuali occasioni per la richiesta di finanziamenti, ovvero situazioni di stallo o di conflitto da risolvere nell'ottica dell'interesse pubblico, è da escludere che Giovanni Toti possa nuovamente, con immutato approccio, interessarsi di tali vicende o, semplicemente, chiedere a privati dei finanziamenti", aveva scritto Toti nell'istanza presentata a Paola Faggioni.
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