Cronaca

L'uomo, fa sapere il segretario del sindacato della Polizia Penitenziaria Fabio Pagani, ha girato per motivi di ordine e sicurezza ben 12 istituti e ha 43 eventi critici all'attivo
1 minuto e 10 secondi di lettura

GENOVA - Ancora un'aggressione tra le celle del carcere di Marassi.

Nella giornata di ieri un detenuto di 33 anni in carcere almeno fino al 2027 per tentato omicidio ha dato in escandescenza rompendo sbarramenti e cancelli per poi aggredire violentemente un poliziotto penitenziario.

Ancora non è chiaro cosa abbia fatto scattare il giovane, originario dell'Ecuador ed entrato in carcere nel 2017. L'uomo, fa sapere il segretario del sindacato della Polizia Penitenziaria Fabio Pagani, ha girato per motivi di ordine e sicurezza ben 12 istituti e ha 43 eventi critici all'attivo.

Il poliziotto penitenziario ha riportato diverse lesioni tra cui più di due costole fratturate e 30 giorni di prognosi.

"Oltre alla vile aggressione, vogliamo ulteriormente argomentare la documentata capacità operativa, la freddezza
e la lucidità della Polizia Penitenziaria che, giustamente, si è limitata a frenare l’evento ed è riuscita a contenere il detenuto. Invitiamo però l’opinione pubblica a immaginare la scena quando le aggressioni si verificano in sezioni con decine di detenuti aperti e l’agente è uno solo, a mani nude e senza alcun dispositivo di protezione individuale o di dissuasione”.

“Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Governo Meloni e il Parlamento tutto ne prendano atto e varino un decreto carceri per affrontare le questioni preminenti e, parallelamente, si avvii un percorso di riforme complessive per l’intero apparato d’esecuzione penale e, particolarmente, per quello inframurario - conclude Pagani -. Presto, nostro malgrado, si toccherà un punto di non ritorno".