Cronaca

L'avvocato che lo difende Savi: "Spiegato il suo comportamento sui finanziamenti". Il presidente della Regione non avrebbe però soddisfatto i magistrati. Alla fine ha presentato la maxi memoria difensiva
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GENOVA - E' formato da 27 pagine dattiloscritte il verbale chiuso ieri sera alle 20,01 dai pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti che hanno interrogato per otto ore il governatore della Liguria Giovanni Toti accusato di corruzione e falso. In tutto 167 domande, con altrettante risposte.

L'interrogatorio investigativo è avvenuto nella caserma della guardia di finanza di Molo Giano, in porto, posto scelto dalla procura per evitare l'assedio dei giornalisti a palazzo di giustizia.

"Con l'interrogatorio il presidente Toti ha spiegato il suo comportamento rispetto ai finanziamenti che sono avvenuti con la scrupolosa osservanza delle normative che lo regolamentano - ha detto l'avvocato Stefano Savi, che difende il presidente della Regione Liguria, in merito all'interrogatorio davanti ai pm -. Ha chiarito il significato delle richieste di finanziamenti a sovventori abituali che non erano collegate ad alcun tipo di favore e fatte in modo esplicito e diretto proprio nella convinzione di avere impostato i suoi interventi verso l'interesse pubblico".

I magistrati, trapela dalla procura, però non sono rimasti soddisfatti dalle risposte di Toti. Non a caso l'avvocato Savi ha rinviato la possibile richiesta di revocata dei domiciliari.

L'inchiesta è ancora lunga e le persona da ascoltare tante, come trapela dalla procura. Per gli inquirenti Toti da presidente della Regione può inquinare o reiterare i reati. Toti dal canto suo per decidere se dimettersi, come chiede l'opposizione in Regione, aspetta di tornare in libertà per incontrare e confrontarsi con la sua giunta e i suoi collaboratori.

Fra i temi toccati nell'interrogatorio quella della spiaggia dell'Olmo, fra  Varazze e Celle Ligure, l'ex colonia di Bergamo, a cui era interessato il figlio di Spinelli, Roberto: Toti ha ammesso che potrebbe avere visto Aldo Spinelli anche negli uffici della Regione. 

La spiaggia era destinataria di un’operazione di riqualificazione immobiliare: nelle intenzioni degli Spinelli doveva diventare un resort, al quale certo avrebbe fatto comodo l’esclusività di una spiaggia attigua di Punta dell’Olmo.

Il governatore della Liguria avrebbe incontrato Aldo Spinelli e il figlio Roberto non solo sulla barca dell'imprenditore ma anche in Regione: "Possibile ma non me lo ricordo" ha risposto infatti il presidente ai pm nel lungo interrogatorio di ieri. E proprio sulla barca, Toti ha sottolineato di averla "frequentata parecchie volte perché viene usata abitualmente da Aldo Spinelli per incontrare le persone. Non ricordo un particolare motivo per l'incontro del 1 settembre 2021 se non quello di tenere rapporti con uno dei maggiori operatori economici portuali. Non ricordo di chi fu l'iniziativa di quell'incontro".

Il pranzo su quella barca riguardava, secondo l'accusa, proprio la richiesta di Spinelli di intervenire per la spiaggia di Punta dell'Olmo dove l'imprenditore voleva realizzare un resort di lusso.

Investimento di cui i due imprenditori avevano parlato più volte, ha detto Toti ai pm: del fatto che "la struttura che stavano recuperando avesse bisogno dell'utilizzo della spiaggia prospiciente, me ne hanno fatto cenno più volte".

Gli Spinelli ritenevano, si legge nel verbale, "che un investimento così importante in termini di capitali avesse la necessità di poter contare sulla spiaggia davanti alla struttura. In questo caso, come in altri casi del tutto analoghi come Villa Zanelli a Savona, la mia posizione era che la pretesa, se conforme alla legge, poteva essere sostenuta".

I pm chiedono ad un certo punto perché abbia telefonato ad Alessandro Bozzano (il capogruppo della Lista Toti in Regione Liguria ed ex sindaco di Varazze, ndr). E il governatore risponde: perché è "la persona che meglio mi poteva dare il quadro complessivo della situazione". Quanto alla frase - "bisogna trovare una soluzione per la spiaggia di Punta dell'Olmo" - Toti ha risposto: "Volevo dire che, sempre se la normativa l'avesse consentito, sarebbe stato bene anche secondo il nostro indirizzo politico venire incontro alla richiesta di Spinelli".

Toti poi dice, "Non lo ricordo ma è possibile. Il gruppo Spinelli comincia a sostenere i miei comitati politici dal 2015 e questo rapporto è durato fino a ora. Voglio precisare che è possibile che avessi chiesto un finanziamento anche prima dell'incontro del 1 settembre 2021".

Ai pm che gli chiedevano come mai il 17 settembre 2021 disse al telefono a Spinelli che 'il 28 va la tua roba ricordati che sto aspettando una mano'", Toti ha risposto: "Davo una buona notizia a Spinelli e cioè che il 29 andava all'ordine del giorno la sua pratica (della proroga del Terminal rinfuse, ndr) e gli reiteravo la richiesta di finanziamento. Non ho posto in relazione le due cose, al massimo era una captatio benevolentiae. Volevo far vedere che mi ero interessato per velocizzare la pratica".

Toti ha risposto anche sul comitato di gestione del porto che doveva esprimersi sull'assegnazione del terminal Rinfuse a Spinelli. Invitando il sindaco di Genova Marco Bucci a "raddrizzare il consigliere del comitato Carozzi", il presidente della Liguria aveva l'obiettivo di "far allineare Carozzi e farlo convergere sulla posizione del presidente e degli uffici istruttori".

Toti ha detto di non ricordare se fosse stato Spinelli a chiedere un suo intervento sul sindaco di Genova. I magistrati hanno chiesto a Toti anche perché il 28 settembre del 2021 chiese a Signorini di "tenerlo aggiornato" sulla pratica e poi aggiunse: ""Se ci sono guai intervengo in qualche modo". "Evidentemente - si legge nel verbale dell'interrogatorio di Toti - facevo riferimento ai possibili guai all'interno del Comitato dovevo aver avuto notizie di qualche malumore. Il mio intervento avrebbe dovuto essere volto a trovare una soluzione per arrivare all'approvazione"  della proroga.

Domande anche sulla presunta corruzione elettorale e le possibili infiltrazioni mafiose dei riesini di Certosa e l'aiuto alla campagna elettorale di Ilaria Cavo in cambio di case popolari e  posti di lavoro.

L'ipotesi del voto di scambio aggravato è stato mosso a Matteo Cozzani, il capo di gabinetto di Toti, anche lui ai domiciliari: "Sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo - risponde Toti - parlando con uno dei due Testa (i fratelli Testa, anche loro indagati, referenti per i riesini ritenuti dagli inquirenti referenti del clan Cammarata ndr). Il senso del mio intervento fu di chiedere di dare una mano alla Cavo nonostante le incomprensioni che c'erano state". "I Testa si erano incontrati con Ilaria Cavo ma non le erano piaciuti...non ricordo che mi abbia parlato di richieste di posti di lavoro anche se era ovvio che i Testa avessero chiesto attenzione per la loro comunità...i fratelli Testa erano assillanti e presentavano persone chiedendo se potevamo dare una mano. Di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro".

I pm chiedono anche come mai in una riunione Cozzani espresse il timore di "essere squartato" dai fratelli? "Era un dialogo ironico", la risposta del governatore. 

 

 

 

 

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