Cronaca

Il presidente del collegio Lepri chiede un calendario delle udienze dei consulenti tecnici che saranno in aula dal 10 aprile, "sennò decido io". Il tecnico Aspi in aula: "Da Roma ci fidavamo di Spea e dei tronchi"
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GENOVA -E venne il giorno in cui il giudice Lepri bacchettò gli avvocati degli imputati. Al processo Morandi si avvicina lo snodo che porterà alla fase tecnica, cruciale per stabilire le cause del crollo del viadotto e le eventuali colpe. Per questo il presidente del collegio giudicante Paolo Lepri ha chiesto agli avvocati difensori dei 58 imputati di indicare la disponibilità dei loro tecnici, con tanto di ipotesi della data dell'udienza. "Sennò - ha tuonato Lepri - il calendario lo farò io convocando i tecnici in ordine alfabetico".

La determinazione dei giudici è giustificata dalle tante udienze andate a vuoto, o quasi, negli ultimi due mesi per l'assenza dei testi a difesa degli imputati. Una perdita di tempo che non si vuole replicare dal 10 aprile, quando inizierà la fase tecnica


In tutto saranno sessanta i consulenti degli imputati a sfilare in aula. Oggi un avvocato ha comunicato che uno di loro è deceduto. Tecnici che dovranno confrontarsi con i consulenti dei pm. Per gli inquirenti la causa del crollo è la mancata manutenzione della pila 9 che ha provocato la tragedia. Per gli avvocati difensori invece la colpa è di un difetto di costruzione del ponte non prevedibile.

Oggi in aula è arrivato un solo teste dei tre previsti, Davide Vecchio, un ingegnere di Autostrade convocato dai difensori del suo collega imputato, Massimo Meliani, responsabile ufficio opere d’arte direzione 1°, 2°, 3° e 9° tronco Aspi.

Entrambi dal loro ufficio a Roma avevano il compito della sorveglianza straordinaria di viadotti e ponti. Ma Meliani è finito nei guai perché competente della tratta del Morandi. Sopra di loro un altro imputato, Mauro Malgarini, il direttore ufficio manutenzione opere strutturali Aspi.
Vecchio invece se l'è cavata anche perchè responsabile delle autostrade di Roma.
Il teste ha però ammesso che il suo ufficio si fidava dei report di Spea, i cui vertici sono finiti sotto accusa per controlli carenti o addomesticati
A fine udienza Vecchio, siciliano residente a Udine, con alle spalle anche un'esperienza per Aspi in Brasile, ha svelato a Primocanale che non avrebbe mai immaginato il crollo del viadotto Polcevera, che sapeva essere una delle opere più importanti della rete: "Quando l'ho saputo sono rimasto impietrito".

In ordine gerarchico Vecchio e Meliani erano agli ordini di Mauro Margarini, altro imputato, il direttore ufficio manutenzione opere strutturali di Aspi. Lui sarà in aula l'8 e il 9 aprile, per rilasciare dichiarazioni spontanee prima dell'avvio della fase tecnica.

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