Cronaca

Si tratta di un marocchino soccorso in cella due giorni fa e deceduto oggi all'ospedale San Martin. Sarebbe uscito fra tre mesi. Il sindacato degli agenti Uilpa, "è il 15mo dall'inizio dell'anno in Italia, una mattanza"
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GENOVA -Il 15esimo detenuto che dall’inizio dell’anno si è tolto la vita è spirato oggi nel tardo pomeriggio all’ospedale San Martino di Genova, dopo che l’altro ieri nella sua cella del carcere di Marassi aveva tentato l’impiccagione non senza aver prima manomesso la serratura del cancello per ritardare l’intervento della Polizia penitenziaria. Ritardo che, in effetti, gli è stato probabilmente fatale atteso che nonostante i soccorsi e il successivo ricovero in ospedale non ce l’ha fatta. Nato in Marocco 28 anni fa, fra tre mesi avrebbe finito di scontare la pena inflittagli per reati contro il patrimonio”.


E' la denuncia di Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che aggiunge: “Dodicimila detenuti in più rispetto ai posti effettivamente disponibili, 18 mila agenti del corpo di polizia penitenziaria in meno, disorganizzazione, deficienze sanitarie, strutture fatiscenti, carenza di strumentazioni ed equipaggiamenti fanno sì che nelle carceri proliferano malaffare, violenze di ogni genere, risse e aggressioni agli operatori.
Insomma, le carceri sono ormai l’esatto contrario di ciò che dovrebbero essere. E sia chiaro che non chiediamo né la cancellazione dei reati o delle pene né l’abrogazione del carcere, vorremmo ‘semplicemente’ che i penitenziari fossero funzionali al dettato costituzionale e fossero luoghi di legalità e giustizia utili alla società e persino
all’economia e non discariche sociali nelle quali si buttano via pezzi di umanità e, per giunta, risorse pubbliche”, aggiunge il segretario della Uilpa.

“Lo ripetiamo, al di là di ogni strumentale polemica politica, poiché lo stato attuale delle carceri deriva da decenni di pressapochismo e malgoverno attribuibili, pressoché senza soluzione di continuità, a tutte le maggioranze parlamentari che si sono succedute - denuncia De Fazio - occorre fermare la strage in atto e dare respiro al Corpo di polizia penitenziaria ormai stremato, oltre che nelle forze, anche nel morale e nell’orgoglio vedendo svilito il proprio ruolo nella società e mortificato il proprio diuturno sacrificio.
L’esecutivo vari immediatamente un decreto carceri per consentire cospicue assunzioni straordinarie, con procedure accelerate, nella Polizia penitenziaria e negli altri profili professionali e la diminuzione della densità detentiva pure attraverso una gestione esclusivamente sanitaria dei detenuti malati di mente e percorsi alternativi per i tossicodipendenti. Il Parlamento approvi altresì una legge di delegazione per la riforma complessiva del sistema d’esecuzione penale, la riedificazione del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e la reingegnerizzazione del Corpo di polizia penitenziaria”, conclude il segretario Uilpa. 

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