Cronaca

Le indagini hanno messo in evidenza che alcune aziende si sono costituite ex novo, altre hanno trasferito il loro domicilio fiscale fittiziamente, altre ancora hanno affittato pochi metri quadrati senza mai risultare operative
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GENOVA - La procura di Genova ha chiuso le indagini su 10 persone accusate di avere detratto quasi un milione di euro dalle dichiarazioni dei redditi delle proprie imprese approfittando dei ristori per le società della zona rossa o arancione istituite dopo il crollo del ponte Morandi.

Secondo la guardia di finanza, coordinata dal pubblico ministero Giancarlo Vona, a ideare il sistema sarebbero stati Cristina Gazzotti e Alessandro Colliva, rispettivamente legale rappresentante e direttore dell'intermediario Ge.Co. Consulting, con sede a Bologna. Erano loro a presentare gli F24 attraverso i quali veniva effettuata la compensazione delle tasse.

Gli altri otto sono titolari di imprese. Secondo l'accusa, alla fine del 2019 alcune aziende si erano trasferite all'interno del perimetro della 'zona rossa' o 'arancione' disegnata dall'allora Commissario per l'emergenza Giovanni Toti dopo il crollo. Gli investigatori avevano scoperto che si trattava di imprese arrivate all'improvviso, che avevano assunto decine di dipendenti per godere dei ristori o degli sgravi fiscali, altre avrebbero avviato una attività solo sulla carta, fruendo comunque del credito di imposta.

Le indagini hanno messo in evidenza che alcune aziende si sono costituite ex novo, altre hanno trasferito il loro domicilio fiscale fittiziamente, altre ancora hanno affittato pochi metri quadrati senza mai risultare operative.