Parla a Primocanale Marianna Lunardoni, la moglie di Seydou Diallo, il clochard morto per il freddo nella notte tra il 4 e il 5 dicembre davanti alla stazione Principe. E racconta gli anni di matrimonio, la vita di Seydou, manager operativo nel mondo delle organizzazioni non governative ma gravemente dipendente dall'alcol.
"Siamo stati insieme quasi 15 anni vivendo principalmente in Africa dove abbiamo lavorato con diverse Ong come coordinatori di progetto - racconta Marianna -. Lui ha sempre avuto un posto da manager. Purtroppo soffriva di alcolismo, un alcolismo molto grave che è stato quello che ha portato alla separazione che è avvenuta la nostro rientro in Italia. Dopo diversi anni sono dovuta rientrare in Italia e dopo un po' abbiamo maturato insieme la decisione di separarci consensualmente (la scelta è stata mia, ma l'ha capita). Il giudice aveva disposto che essendo lui la parte più debole dovesse restare un anno nella mia casa di Arenzano e quando l'avesse lasciata io gli dovevo corrispondere circa 15mila euro".
Proprio per via della sua dipendenza da alcol, era già stato seguito in diverse strutture: "Il problema dell'alcol lo ha sempre avuto... Aveva lunghi periodi di sobrietà ma poi aveva ricadute importanti. Era stato in cura presso il Sert di Voltri, poi in una struttura convenzionata a Modena".
Marianna racconta che dopo il ritorno in Italia Seydou non aveva un lavoro fisso, ma si guadagnava comunque da vivere. E dopo un anno dalla separazione ha anche incassato, come da accordi, la somma di 15mila euro da lei versata. "Seydou faceva delle collaborazioni, non aveva un lavoro regolare. Si era sempre guadagnato i suoi soldi. Lui ha lasciato la casa di Arenzano il 29 ottobre 2021, ho il verbale di rilascio, io mi ero già trasferita all'estero. Ha avuto tramite bonifico la somma prevista dalla separazione ed è andato a vivere a Rimini da un parente".
Ma da Rimini Seydou è presto sparito, come spiega Marianna: "Per un po' di mesi so per certo che fosse lì con il nipote, siamo rimasti in contatto per qualche mese saltuariamente. A fine aprile del 2022 il nipote ha iniziato a chiamarmi dicendo che non sapeva più dove fosse lo zio e che non tornava più a casa. Nello stesso tempo alcune persone ad Arenzano mi hanno raccontato che si era recato presso di loro e siccome lo avevano visto in difficoltà gli avevano dato del denaro. Ogni tanto poi ricevevo le telefonate dal nipote che diceva che lo zio non tornava. Ogni tanto provavo sul cellulare a contattarlo ma sembrava che la sim non fosse più attiva".
IL COMMENTO
Grazie dei consigli, caro Principe
Il Pd ha i voti e i giovani forti, ma restano i “parrucconi”