Cronaca

Il commercialista: "Come mai nessuno chiese a quella donna se avesse un alibi invece di farla uscire subito dall'inchiesta? Ora dopo 27 anni sarà tutto più difficile. La verità è che tutti sospettavano solo di me, io l'ho favorita? Che motivo avevo per farlo?"
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GENOVA -"Non ho mai favorito Anna Lucia Cecere, perché non avevo nessun interesse a farlo visto che allora ero l'unico sospettato".
Lo dice il commercialista Marco Soracco, titolare dello studio di Chiavari dove nel 1996 fu uccisa la segretaria Nada Cella, un omicidio per cui lui era stato il primo indagato.


 
A distanza di 27 anni la polizia ha indagato per la seconda volta Anna Lucia Cecere, conoscente di Soracco, mentre il commercialista e la madre Marisa Bacchioni devono rispondere di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento: per l'accusa avrebbero mentito nel corso degli interrogatori fatti fino a un mese fa.
Cecere, si legge nell'avviso di conclusioni indagini, avrebbe ucciso Nada "per motivi di rancore e gelosia verso la vittima
Alla domanda su come giudica il lavoro della polizia dal 1996 ad oggi il commercialista risponde così: "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere e lo stesso penso degli altri inquirenti".
I carabinieri forse allora avevano lavorato bene visto che già subito dopo l'omicidio indagarono Cecere: "Sì, ma li hanno cassati dopo tre giorni".
La cosa più grave riguardo l'archiviazione di allora di Cecere, conclude Soracco, "è anche che nessuno ha chiesto a quella donna dove era la mattina dell'omicidio, almeno questa domanda potevano fargliela, considerando che all'epoca sono andati dietro centinaia di piste, interrogando tutti i miei amici e i mie clienti, a Cecere, che era indicata da diverse segnalazioni, invece niente".