Cronaca

Michele Di Napoli, dal '97 ingegnere della sorveglianza visiva delle autostrade, rimarca la fama del viadotto crollato in Autostrade, "per questo era più controllato". "Era una delle due opere nel catalogo dei rischi con la possibile eruzione del Vesuvio"
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GENOVA - Alla ripresa del processo Morandi dopo la pausa estiva nell'aula sotto la tensostruttura del tribunale di Genova a parlare è il penultimo teste dell'accusa Michele Di Napoli, ingegnere idraulico dal 1997, quando Autostrade per l'Italia era ancora pubblica, che si occupava della sorveglianza visiva della rete autostradale.

Ad interrogarlo insieme ai giudici Lepri, Baldini e Polidori, i pm Marco Airoldi e Walter Cotugno.

In aula presenti alcuni dei 58 imputati minori e Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime della tragedia del 14 agosto 2018.


Il teste Di Napoli nella prima parte della testimonianza è stato chiamato a ricostruire nei dettagli gli organigrammi e delle competenze del suo ufficio nel corso degli anni.

L'interesse dei pm è indirizzato a precisare le responsabilità dei vari dirigenti nella lista degli imputati: Camomilla, Malgarini, Di Taddeo, Mollo, Bergamo, Donferri Mitelli e Frazzica.

Il teste, ritenuto molto importante dall'accusa, ha ribadito che si occupava della sorveglianza visiva, a vista, di buona parte della rete con iniziative, come le progettazioni e le indagini strumentali per individuare caratteristiche di eventuali anomalie, con la verifica del progetto preliminare, che seguiva direttamente come gli appalti e le procedure delle gare indette per la realizzazione degli interventi.

Sino al 2008 il monitoraggio e la manutenzione ritenuti più importanti erano gestiti dalla direzione generale di Autostrade, dalla progettazione alla fine dei lavori, i tronchi decentrati potevano occuparsi solo di manutenzione ordinaria per appalti minori.

Primo spartiacque nel 2008 e sino al 2016 quando si è iniziato a nominare un responsabile dei lavori e si è iniziato a coinvolgere maggiormente i tronchi. C'era, ha detto Di Napoli, una ripartizione dei lavori fra centro e periferia, il centro seguiva i lavori più costosi, gli altri, compresi quelli con maggior impatto sul traffico, i tronchi.

La manutenzione ordinaria continua a essere seguita dal tronco, altra svolta nel 2016, ha ribadito Di Napoli, quando la direzione tronchi ha assunto più potere, che diventa effettivo dal 2017, quando al centro rimane il ruolo di coordinamento e di supporto tecnico specialistico per mantenere omogenei gli standard su tutte le periferie.

A una domanda del pm poi rimarca che "il viadotto Polcevera era anche l'opera più famosa di Autostrade, per la concezione e la particolarità di progettazione e le dimensioni, e perchè il suo progettista era famoso, era come il Colosseo dei ponti, l'immagine di Autostrade, per questo era più controllato".

Di Napoli ha anche parlato del suo coinvolgimento nella redazione del catalogo dei rischi di Autostrade del 2015 sottolineando che sull'intera rete erano potenzialmente più impattanti due rischi rilevanti: "Il crollo del Polcevera e la possibile eruzione del Vesuvio".

 

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