Cronaca

Nessun pericolo per l’impianto, ma, durante la notte d’allerta meteo, a causa di un blocco elettrico il gas rilasciato in aria ha preso fuoco per un fulmine. Attive tutte le misure di sicurezza ma i cittadini chiedono maggiori controlli.
1 minuto e 42 secondi di lettura

LA SPEZIA - Un bagliore sospeso sopra l’impianto di Panigaglia durante la nottata dell’allerta arancione che ha colpito l’intera Liguria ha destato particolare apprensione nello spezzino. Il maltempo che ha interessato anche il levante ha provocato un temporaneo blocco alla linea elettrica di alimentazione del rigassificatore di Panigaglia attivando, di conseguenza, le procedure di sicurezza dell’impianto.

L’attività del rigassificatore si è fermata e, come da protocollo previsto in caso di interruzione dell’alimentazione elettrica, si è avviata la depressurizzazione delle linee, con una fuoriuscita del gas alla sommità dell’impianto. Il gas rilasciato nell’atmosfera, a causa di uno dei tanti fulmini caduti nella nottata, si è incendiato provocando una vigorosa fiammata.

“Tutto è stato gestito - ha reso noto Sam - secondo i protocolli di sicurezza, senza alcun pericolo e in linea con il corretto funzionamento dell’impianto in caso di un calo di tensione elettrica”. Il bagliore in piena notte, durato diversi minuti, ha allarmato molti cittadini che hanno segnalato ai vigili del fuoco, con particolare apprensione, quanto apparso nella zona di ponente del Golfo dei Poeti.

Comitati, associazioni ambientaliste e cittadini hanno chiesto alla Prefettura informazioni e rassicurazioni sulle misure di sicurezza della struttura che occupa una baia, tra Fezzano e Le Grazie, nel comune di Porto Venere, un’area di circa 45.000 metri quadrati con due serbatoi di stoccaggio di 50.000 metri cubi ciascuno. Tra i temi centrali relativi all’impianto la mancanza di una strada alternativa alla Napoleonica, indispensabile in caso di imprevisti, come già riportato dalla nostra testata.

A luglio scorso, inoltre, la Provincia della Spezia ha rilasciato la nuova autorizzazione integrale ambientale per lo stabilimento di Gnl Italia fissando un limite massimo di emissione di inquinanti, in questo caso ossidi di azoto, che prevede una riduzione del 40% del livello attuale, oltre a disporre una serie di nuove prescrizioni per la verifica dei dati. Il gestore potrà decidere di raggiungere i nuovi livelli di emissione anche grazie ad un programma di riqualificazione degli impianti del rigassificatore, ovvero la sostituzione dei vaporizzatori con macchinari più efficienti.