"Vogliamo giustizia per l'uccisione di nostro figlio e aiutateci a riavere il suo corpo".
E' lo struggente appello sui social egiziani con un lungo video della mamma e il papà di Mahmoud Abdalla, il 18enne barbiere massacrato dai due ex datori di lavoro a Genova e gettato dopo essere stato fatto a pezzi in mare a Chiavari.
La famiglia del ragazzo da Fayyum, città nel nord dell'Egitto, sta vivendo con grande dolore la tragedia che gli ha strappato il figlio, che aveva lasciato l'Egitto da minorenne per riuscire a trovare un lavoro e aiutare appunto i suoi familiari.
Nel video i genitori, la mamma e il papà che ha gravi problemi di vista, raccontato che sapevano da tempo dei gravi problemi che Mahmoud aveva con i datori di lavoro della barberia di Sestri Ponente. "Lavorava troppo e lo pagavano poco".
I due datori di lavoro che hanno ucciso il ragazzo, anch'essi egiziani, sono stati arrestati dai carabinieri di Genova. Avrebbero ucciso il ragazzo perché lui voleva andare a lavorare con una barberia concorrente a Pegli. Ma il movente è ancora poco chiaro e le indagini su questo dei militari sono ancora aperte. I due assassini dopo prima di gettare il corpo in mare a Chiavari hanno tagliato le mani e la testa, che non è ancora stata ritrovata.
I genitori del ragazzo, che hanno anche una figlia con gravi problemi di salute, alla fine del video lanciano un appello in lacrime affinché qualcuno li aiuti a rimpatriare il corpo in Egitto.
Ma il magistrato titolare dell'indagine Daniela Pischetola però ha riferito che sino a quando l'inchiesta non sarà conclusa il cadavere rimarrà sotto sequestro: i tempi per il rimpatrio sono ancora lunghi.
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