Cronaca

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In poco meno di vent'anni i preti genovesi si sono quasi dimezzati. Dal 2005, infatti, la diocesi di Genova ha visto una diminuzione dei sacerdoti del 40%.
Attualmente i sacerdoti presenti in diocesi sono 220 a fronte però di 378 parrocchie. Per questo ci sono vari parroci che ne amministrano più di una. Se il fenomeno è iniziato qualche tempo fa, interessando solo le zone periferiche della diocesi e i paesi di campagna, da alcuni anni invece accade anche in piena città. Ci sono vari casi, infatti, in cui un solo sacerdote deve destreggiarsi tra parrocchie vicine anche grandi. La causa principale è legata al fattore anagrafico e quindi ai decessi naturali.
L'età media dei sacerdoti genovesi, infatti, rispecchia quella della popolazione per cui è piuttosto elevata. Inoltre, con pochi giovani, è difficile anche la nascita di nuove vocazioni.
"Speriamo sia una potatura per rifiorire. Dobbiamo pregare tutti" ha affermato monsignor Michele De Santi, cancelliere arcivescovile. Le ordinazioni, poi, "si misurano col contagocce" ha aggiunto De Santi. Negli ultimi tempi, mediamente, non più di una o due all'anno. In questo periodo di tempo alcuni sacerdoti, per lo più giovani, hanno chiesto la dispensa dal ministero e sono tornati allo stato laicale. Un fenomeno limitato ma pur sempre significativo vista la situazione.
Conseguenza di quanto avvenuto è stato l'aumento della presenza dei sacerdoti stranieri che svolgono il proprio apostolato nella diocesi di Genova. Attualmente sono più di trenta i preti stranieri (tra diocesani e religiosi) arrivati grazie ad una convenzione con la Conferenza Episcopale Italiana.
La maggior parte arriva da paesi africani (in particolare Congo e Angola) ma anche dalla Polonia, dall'India, dallo Sri Lanka e dall'America Latina.