Cronaca

1 minuto e 19 secondi di lettura

GENOVA - Non ci sarà nessun rito abbreviato per Evaristo Scalco, il maestro d'ascia che la notte tra l'1 e il 2 novembre 2022 ha ucciso con una freccia Javier Alfredo Miranda Romero. Lo ha deciso il giudice Alberto Lippini che ha rigettato l'istanza avanzata dagli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa.

La richiesta non è stata accolta perché il pubblico ministero Arianna Ciavattini ha contestato l'aggravante dei futili motivi e l'odio razziale. I due legali hanno provato a sostenere che non ci fosse l'aggravante dei futili motivi perché a loro dire Scalco avrebbe risposto a una provocazione della vittima. Per il giudice la reazione dell'artigiano è stata "spropositata" al punto che, allo stato delle cose, la configurazione del reato da parte del pm è condivisibile. Il processo davanti alla corte d'assise inizierà il prossimo 13 ottobre.

Romero, quella notte, era uscito a festeggiare con un amico la nascita del figlio. I due si erano messi sotto la finestra di Scalco. L'artigiano si era affacciato e li aveva mal apostrofati ("andate via negri di m...") perché a suo dire facevano baccano e avevano orinato contro il muro. I due amici gli avevano risposto mostrando il dito medio e allora l'artigiano aveva preso l'arco e aveva montato la punta più letale che aveva in casa colpendo Romero. Scalco era sceso in strada e aveva provato a estrarre il dardo.

La vittima era arrivata in condizioni disperate in ospedale dove era poi morto. Il maestro d'ascia era stato scarcerato e aveva ottenuto gli arresti domiciliari. L'uomo aveva mandato una lettera di scuse alla moglie della vittima e versato 10 mila euro come primo risarcimento.