GENOVA - Ha premuto il grilletto e ha visto il corpo di quello che sarebbe dovuto essere un amico cadere a terra. A quel punto si è messo a correre, ha lanciato la pistola sotto a una macchina parcheggiata, poi si è rifugiato nella basilica della Annunziata dove ha chiamato la polizia.
È quello che ha fatto nel pomeriggio di ieri Filippo Giribaldi dopo aver ucciso con un colpo di pistola Manuel di Palo. Giribaldi, fermato dalla polizia qualche momento dopo l'omicidio, è un portuale della Culmv di 42 anni già noto alle forze dell'ordine in quanto molto attivo durante le diverse manifestazioni di blocco dei varchi portuali a Genova. Il portuale è anche conosciuto per essersi avvicinato alle manifestazioni contro il Green Pass da cui però, sottolineano da Libera Piazza Genova, non si era più fatto vedere e sentire da tempo. Una persona problematica, hanno raccontato alcuni residenti della zona, con un carattere difficile.
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Giribaldi sarebbe stato amico della sua vittima, Manuel di Palo, italiano di 38 anni anche lui con un passato burrascoso. Di Palo era un militante di Casapound, nel 2020 era stato condannato assieme ad altre due persone a 8 mesi con la condizionale per un accoltellamento avvenuto nel 2018, ad un antifascista che stava affiggendo alcuni manifesti poco distante dalla sede genovese di Casapound.
I due erano stati visti più volte nell'ultimo periodo nella zona del Carmine, riferiscono alcuni residenti. All'origine del delitto non ci sarebbero motivi politici ma di gelosia nei confronti di una donna di 52 anni frequentata sia da Giribaldi che da di Palo.
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