Cronaca

Il dirigente di Spea ha reso spontanee dichiarazioni durante interrogatorio di un tecnico che era stato indagato e poi prosciolto
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GENOVA -Quasi un colpo di scena: dopo nove mesi di processo per la prima volta uno dei 58 imputati del processo per la strage di Ponte Morandi chiede di intervenire in aula per precisare, e per difendersi davanti ai giudici.


Si tratta del dirigente di Spea Maurizio Ceneri (nella foto con il suo avvocato) intervenuto durante l'interrogatorio del teste dell'accusa Alessandro Costa, suo sottoposto negli uffici di Bologna che aveva svolto controlli nel 2012 e del 2015 sul Ponte Morandi e che all'inizio dell'indagine era stato indagato e poi archiviato per falsi report.

Ceneri ha precisato che i controlli sul viadotto Polcevera di cui si stava parlando del 2009 e del 2012 erano ispezioni supplementari "a campione, per segnalare ad Autostrade l'utilità delle nostre verifiche, che comunque non avevano dato risultati di ammaloramenti gravi" si è difeso l'imputato, etichettato "coccolino" per la sua presunta abitudine ad ammorbidire i report.

Il suo intervento ha interrotto la lunga deposizione del geologo di Spea Costa che ha raccontato di avere svolto 400 relazioni in tredici anni di lavoro sulla rete autostradale di competenza, ispezioni sul Morandi svolte sempre di notte per non intralciare il traffico. Il teste ha detto che nei cassoni del Polcevera, la pancia della carreggiata, filtrava acqua e c'erano stalattiti. Raccontando anche di cavi ammalorati, "i risultati venivano comunicati ai nostri superiori", appunto a Ceneri e a Vezil, due degli imputati della strage del 14 agosto 2018.
 
Alla domanda del Pm Cotugno se dopo avere trovato dei cavi delle pile del Morandi ammalorati li avesse poi ricontrollati alla successiva ispezione il teste ha risposto candidamente di no, "perchè nessuno dei superiori me lo aveva chiesto".
Per l'accusa la riprova della grande superficialità con cui veniva monitorato il Morandi. Non solo: in un'occasione, come rimarcato dal pm, l'ispettore ha trovato dei cavi ammalorati ma ha dimenticato di riportarlo nel report inviati ai superiori.

Il processo ora si ferma due settimane: tornerà il due maggio, fra i primi testi che compariranno davanti ai giudici anche Maurizio Morandi, il figlio ottantenne dell'ingegner Morandi, il progettista del ponte.

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