Cronaca

In tribunale il teste Marvogli, direttore tecnico del tronco di Autostrade di Genova dopo la tragedia: nel 2018 per la manutenzione investiti 2,3 milioni, schizzati a 9,8 nel 2019 e a 22,3 nel 2020. Focus anche sui voti calmierati degli ammaloramenti
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GENOVA - Sarà un'udienza quasi interamente dedicata a sottolineare la colpevole filosofia al risparmio in fatto di sicurezza di Autostrade per l'Italia e di Spea quella che andrà in scena oggi, martedì 11 aprile, data di ripresa del processo per la tragedia di ponte Morandi del 14 agosto 2018 costata la vita a 43 persone e che vede alla sbarra 58 imputati.

In aula in qualità di teste dell'accusa ci sarà Matteo Marvogli, un quarantaquattrenne fiorentino (è di Fucecchio) direttore tecnico del primo tronco di Autostrade, il tronco di Genova, nominato dirigente nel 2019, dopo il disastro, quando fu chiamato nel delicato compito di sostituire Paolo Strazzullo, uno degli imputati, braccio destro del direttore Marigliani, altro imputato.

Marvogli quando venne convocato dai finanzieri del primo gruppo Genova titolari delle indagini sul disastro riferì le cifre degli investimenti nell'anno del crollo e negli anni successivi: nel 2018 per la manutenzione, disse Marvogli con tanto di grafici, furono investiti solo 2,3 milioni, che diventarono poi 9,8 milioni nel 2019 e ben 22,3 milioni nel 2020. Un aumento delle spese per mettere in sicurezza i viadotti e i ponti che per i pm titolari della indagini Terrile, Cotugno e Airoldi, provano più ogni parola la scarsa attenzione che Aspi e Spea davano alla manutenzione, il tutto, sempre a dire dei magistrati, per avere più dividendi da spartire fra i soci di Atlantia.

La deposizione di Marvogli davanti ai giudici Lepri, Polidori e Baldini si preannuncia molto lunga e potrebbe occupare l'intera giornata perchè verterà sulle condizioni in cui versavano tutte le opere delle autostrade liguri subito dopo la tragedia, toccando anche le modalità delle ispezioni di Spea e dell'aumento dei voti degli ammaloramenti, prima molto bassi e dopo la tragedia tutti vistosamente aumentati.

Dopo Marvogli, si presume domani, in aula ci sarà Alessandro Costa, bolognese, un geologo ex Spea ora dipendente di Tecne che due settimane prima della tragedia aveva effettuato una ispezione di approfondimento su una trave del viadotto Pecetti, sull'autostrada A26, poi, a detta dell'accusa, modificata dall'imputato Maurizio Ceneri, che pare avesse il compito di edulcorare i report da inviare ad Autostrade. Costa era stato interrogato dalla guardia di finanza nel novembre del 2018.

Dopo questa udienza il processo di fermerà per due settimane per riprendere il 2 maggio.

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