GENOVA - Prima di incendiare le auto elettriche della Iren, la notte tra venerdì e sabato vicino il parco dell'Acquasola, in pieno centro a Genova, gli anarchici hanno oscurato la telecamera di videosorveglianza.
È quanto emerge dalle indagini della Digos, coordinate dalla procura. Gli investigatori hanno visto che intorno alle tre del mattino una persona incappucciata si avvicina alla telecamera e la oscura. Poco dopo parte il rogo delle tre vetture. L'incendio era stato rivendicato poche ore dopo sui siti di area. La procura ha aperto un fascicolo per incendio doloso aggravato dalla finalità di terrorismo: questa mattina sono state rimosse dal parcheggio di via Carcassi le auto incendiate.
Genova, incendiate tre auto di Iren: gli anarchici rivendicano l'attacco - I FATTI
La scelta di colpire il gruppo, era scritto nel comunicato, deriva dal fatto che Iren pur essendo "un società giovane" ha "una postura imprenditoriale da veterana in linea con tutte le altre multinazionali criminali come Eni e Benetton che traggono profitto dalla distruzione e saccheggio dei territori in giro per il pianeta". Nel documento non mancava un riferimento ad Alfredo Cospito, uno dei fondatori della Fai e in sciopero della fame da oltre cinque mesi contro il regime del 41 bis. "Il nostro pensiero va ad Alfredo che con la sua lotta, vero manifesto di dignità e libertà, ci ha dato la forza e il coraggio di metterci in gioco".
Nelle scorse settimane gli anarchici avevano anche rivendicato il sabotaggio a un ripetitore sulle alture di Genova che però non aveva causato danni. Poco dopo l'attacco a livello nazionale alle macchinette che erogano sigarette in diversi tabacchini della Liguria. Nei mesi scorsi, invece, in Liguria erano stati messi a segno due attacchi contro le sedi della Marr, società di ristorazione che fornisce pasti nelle carceri, ad Arma di Taggia e a Carasco: in quei casi erano stati dati alle fiamme diversi mezzi pesanti.
IL COMMENTO
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