GENOVA - È stato rivendicato a distanza di poche ore dagli anarchici l'incendio di tre auto aziendali avvenuto questa notte nel parcheggio della sede di Iren in via Carcassi, traversa di via Santi Giacomo e Filippo, nel cuore di Genova.
Stanotte sul posto erano arrivati oltre ai vigili del fuoco anche le volanti della polizia e la Digos. Il dolo era infatti tra le prime ipotesi della causa del rogo, insieme a quella di un possibile corto circuito poi scansata visto "l'interessamento" da parte del movimento anarchico a società come Iren.
Genova, nella notte a fuoco tre auto in un parcheggio in centro - COSA È SUCCESSO
"La notte del 31 marzo abbiamo attaccato col fuoco alcuni veicoli del gruppo Iren, società leader in Italia nel servizio del teleriscaldamento, operante nella produzione e distribuzione di energia elettrica e nei servizi tecnologici" si legge nel comunicato diffuso su alcuni siti d'area.
Cospito: sabotato un ripetitore a Genova, indaga la Digos - LA NOTIZIA
La scelta di colpire il gruppo, spiegano gli anonimi autori del comunicato deriva dal fatto che pur essendo "un società giovane" ha "una postura imprenditoriale da veterana in linea con tutte le altre multinazionali criminali come Eni e Benetton che traggono profitto dalla distruzione e saccheggio dei territori in giro per il pianeta". A questo secondo gli anarchici si aggiunge la "notizia delle ultime settimane, che Iren ha stretto accordi con l'israeliana Mekorot, società idrica che attua l'apartheid dell'acqua al popolo palestinese".
Genova, blitz anarchici: infranta e imbrattata vetrata prefettura - I FATTI
"l nostro pensiero va ad Alfredo che con la sua lotta, vero manifesto di dignità e libertà, ci ha dato la forza e il coraggio di metterci in gioco". Sull'identificazione degli autori del blitz incendiario indaga la Digos che ha sequestrato le telecamere della zona.
Questo attacco si aggiunge a quelli registrati nelle ultime settimane in Liguria. Il più colpito il capoluogo, dove solo una decina di giorni fa al Righi, sulle alture, erano stati tranciati i cavi di un ripetitore di radiotelefonia, sempre in solidarietà ad Alfredo Cospito. A gennaio, invece, la statua di Giuseppe Mazzini era stata imbrattata contro il carcere duro del "41 bis", gesto accompagnato dal lancio di pietre e vernice contro il palazzo della prefettura, che aveva causato la rottura di un vetro di una finestra.
IL COMMENTO
La contestazione delle “periferie” e l’ascesa delle nuove destre in Europa
Crisi Genoa, i tifosi chiedono chiarezza…