Cronaca

Molte le ombre sulle indagini svolte 25 anni fa, le parole di Sandro Sansò, ex cronista del Secolo XIX
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"Ai tempi del delitto nessuno disse mai a noi giornalisti, e nessuno di noi lo venne a sapere, che Annalucia Cecere fosse stata indagata, seppur per breve tempo. Lo abbiamo letto oggi sui giornali, non era un personaggio noto ai tempi". Incontriamo a Rapallo, dove vive, da vent'anni in pensione, Sandro Sansò, ex cronista di ferro del Secolo XIX che scrisse fiumi di parole sul delitto e sulle indagini "che ebbero tante lacune" racconta. Sulla figura della Cecere ombra completa 25 anni fa, anche se "di vista la conoscevo, a Chiavari la vedevo, era una bella donna che si notava". 

 

Sansò rivela anche un particolare che con il senno di poi fa venire i brividi, e rende l'idea della confusione che regnava nelle ore successive al delitto: "Andai al pronto soccorso per avere informazioni, appena saputo del fatto di cronaca nera, e un medico mi disse che era arrivata la polizia chiedendo di parlare con la ragazza che era caduta in casa (fatto di per sè molto particolare, vista la scena del delitto). La risposta del medico fu che se la ragazza fosse caduta in casa sarebbe significato che avrebbe fatto un volo dal sesto piano, viste le sue condizioni. Fu poi trasferita al San Martino dove morì per le conseguenze delle ferite alla testa". Questo fatto fa comprendere come ci fosse all'inizio poca cognizione persino del fatto che si fosse trattato di un delitto. 

 

Nelle prossime ore attesi i risultati sul sangue nel motorino della Cecere. Dovrebbero essere eseguiti oggi in Piemonte i rilievi sulle tracce di sangue che sarebbero state trovate sul motorino di Annalucia Cecere, indagata per il delitto di Nada Cella. Se si scoprisse che il sangue appartiene alla vittima, la posizione della Cecere si aggraverebbe parecchio, soprattutto dopo che una testimone raccontò di aver visto una ragazza che infilava indumenti sporchi nel motorino, il giorno del delitto. Testimonianza audio - una telefonata della donna alla mamma del commercialista Soracco nello cui studio fu uccisa la Cella - che oggi, a 25 anni di distanza, gli inquirenti hanno diffuso sperando di dare un nome a quella voce.