Cronaca

È il giorno del controesame di Livia Pardi che nell'ultima udienza per le sue amnesie era stata ripresa anche dal giudice Lepri
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GENOVA -Tocca ancora a lei. Livia Pardi, ingegnere dirigente di Autostrade per l'Italia sarà ancora al centro dell'udienza del processo per la tragedia di Ponte Morandi del 14 agosto del 2018 costata la vita a 43 persone e per cui ci sono alla sbarra 58 persone fra cui i vertici di Autostrade per l'Italia, Spea e alcuni funzionari del Ministero delle Infrastrutture.

Pardi nell'udienza di mercoledì scorso aveva mostrato molte lacune nel rispondere alle domande del pubblico ministero Walter Cotugno e dello stesso giudice Paolo Lepri tanto che quest'ultimo le aveva ricordato che aveva l'obbligo di dire la verità.

La dirigente ha esibito un campionario di esitazioni, incertezze, spesso rispondendo con dei "non ricordo" e "non so" anche su documenti da lei redatti. Una testimonianza che ha gettato molte ombre sulla catena dirigenziale di Aspi visto che Pardi, in passato responsabile del monitoraggio dei viadotti, è sembrata non avere contezza della materia che da organigramma avrebbe dovuto invece masticare con disinvoltura.

Era stata lei nel 1993 ad avere firmato uno studio sui sistemi bilanciati del viadotto Polcevera insieme all'imputato Michele Donferri Mitelli, che mercoledì era in aula,  che successivamente a quella data aveva fatto carriera tanto da diventare numero due di Aspi dietro l'ex amministratore delegato Giovanni Castellucci.

I tecnici di Autostrade a inizio anni Novanta cercavano di comprendere, sulla base di prove riflettometriche, lo stato e la sicurezza di cavi e calcestruzzo. Da quelle analisi fu poi tratto un articolo pubblicato proprio da Pardi e Donferri, in cui si dice che "nonostante l'esiguo campione di cavi esaminati, si può affermare che i due stralli lato Genova della pila 9 sono sicuri e non è necessario un intervento di ripristino a medio periodo" tanto da ipotizzare un fine vita del viadotto nel 2030.

Nell'udienza di oggi - al via alle ore 10 come sempre per la prima della settimana - dovrebbero essere interrogati in qualità di testi anche due tecnici Spea che sono imputati nell'altro processo parallelo che riguardo le gallerie, barriere fonoassorbenti, falsi report e i viadotti: proprio perchè imputati nell'altro procedimento in questa sede dovrebbero avvalersi della facoltà di non rispondere

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