Cronaca

Sul feretro una sciarpa del Genoa, come sfondo alla sala una grande bandiera rossoblù. Sullo schermo del monitor affisso al muro per oltre un’ora sono scorse le immagini che ritraevano Capozzi alternate alle sequenze dei documentari che aveva girato
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GENOVA - Un tempio laico gremito di amiche, amici, colleghi, ha ospitato il funerale di Michele Capozzi, il regista cinematografico deceduto martedì scorso all’ospedale San Martino di Genova all’età di 76 anni.

Una cerimonia non religiosa all’interno del cimitero Monumentale di Staglieno. Oltre un centinaio di persone si sono strette intorno ai famigliari per porgere un ultimo saluto all’amico, per molti di loro di una vita intera. Molti i coetanei, ma anche tanti volti giovani.

Sul feretro una sciarpa del Genoa, come sfondo alla sala una grande bandiera rossoblù. Sullo schermo del monitor affisso al muro per oltre un’ora sono scorse le immagini che ritraevano Capozzi alternate alle sequenze dei documentari che aveva girato egli stesso nella sua amata Genova. 

Alla fine, personale di A.Se.F. del Comune di Genova, ha portato il feretro sull’autofunebre passando simbolicamente sotto un bandierone del Genoa tenuto teso dagli amici del club rossoblù di cui faceva parte. La salma sarà cremata e le ceneri affidate ai famigliari.

Si amava definire "pornologo ed esploratore urbano", nel corso della sua carriera aveva ideato e portato avanti dei tour 'alternativi' lungo la sua Genova tra zone a luci rosse e locali. 

L'intervista a Primocanale di Michele Capozzi del 6 marzo 2013 tratta dall'Archivio Storico di Primocanale - guarda qui