Cronaca

Toccherà alle parti lese, feriti o choccati dal crollo, testimoniare per primi dal 12 dicembre per conto dei Pm
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GENOVA -L'operaio genovese di Mondo Convenienza rimasto appeso nel vuoto per ore che ha trovato la forza nel figlio che stava nascere, la coppia di Mestre che andava a vedere l'Acquario e nella caduta come protetta da un'irreale culla di macerie, l'acconciatore moldavo di Santa Maria Capua Vetere in viaggio con la compagna, il vigile del fuoco di Savona che si recava a fare la tessera del tifoso a Genova e uscito indenne dalla sua auto.

Toccherà a loro, i sopravvissuti del Morandi, in qualità di testimoni dell'accusa, a parlare per primi per conto dei due pm Massimo Terrile e Walter Cotugno per mettere all'angolo i dirigenti di Autostrada per l'Italia e di Spea imputati per la tragedia del 14 agosto 2018.

Il processo riprenderà con la decisione dei giudici sulla documentazione presentata dai due pm Terrile e Cotugno: i due magistrati accusati di avere fornito una mole di atti eccessiva hanno scremato il materiale e alle contestazioni degli avvocati dei difensori hanno risposto in modo deciso: "Ci sono tanti documenti perchè ci sono stati tanti morti e ci sono tanti imputati".

I primi testimoni potrebbero essere ascoltati lunedì 12 dicembre, data prevedibile dell'inizio della fase istruttoria: in tutto sono trentotto le parti lese della tragedia di Ponte Morandi, ossia le prime vittime dopo le 43 persone che nel crollo hanno perso la vita.
Parti lese sfuggite alla morte per caso ma anche testimoni traumatizzati che hanno visto in diretta il crollo di Ponte Morandi.

Fra i sopravvissuti genovesi Gianluca Ardini che alla domanda su cosa direbbe al principale imputato alla sbarra, l'ex amministratore di Autostrade per l'Italia, rispose così: "Ce ne sarebbero tante di cose da dire a Castellucci. E' una cosa troppo grande quella che hanno fatto, lo sapevano come era conciato quel ponte e nascondere una cosa del genere per guadagnare dei soldi è vergognoso. L'unica cosa che mi viene da dire è vergogna".

Miracolato invece si definisce Davide Davide Ugo Capello, originario di Nuoro, ex calciatore del Cagliari e allenatore delle giovanili del Genoa, di professione vigile del fuoco a Savona, che ha raccontato: “Mi recavo al porto antico per attivare la tessera del tifoso per le partite del Genoa. All’improvviso ho avvertito uno strano rumore, come un osso spezzato e poi un rombo. In pochi istanti mi sono ritrovato con l’auto cinquanta metri più giù. Come sulle montagne russe, credevo fosse arrivato il mio momento. Invece sono stato fortunato, l’auto è caduta in un punto solo sfiorato dal pilone più vicino. Sì, mi sento un miracolato".

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